Ambientalisti sono insorti per tutelare il lago di Baikal, accusando i turisti dell'inquinamento della riserva idrica naturale più grande e profonda del pianeta. Gli esperti sono certi, che se non si riesce nei tempi brevissimi a stabilire il massimo impatto sostenibile sul lago durante la stagione turistica, arriverà una catastrofe ambientale.
Nel corso di una riunione, dedicata all'osservanza della legislazione sulle risorse idriche della regione di Buriatia, gli specialisti hanno costatato che l'incremento dei flussi turistici nell'area del lago di Baikal porta al deterioramento ambientale. Complessivamente l'inquinamento microbico durante la stagione estiva nelle riserve idriche aumenta di ben tre volte. Nelle aree di balneazione e turismo più gettonate – nelle località di Sukhaja, Enhaluk e Kultušnaja – indici d'inquinamento delle acque da feci super di decine di volte il livello consentito.
Secondo i dati diffusi dal governo regionale, nel 2014 sul territorio locale il flusso turistico era di 940 mila persone, ossia il 14,5% in più rispetto all'anno precedente. L'anno scorso invece il numero dei turisti ha sfiorato la cifra di 1 milione di visitatori. La gran parte dei turisti ha bivaccato sulle sponde del lago di Baikal, tra l'altro anche nei 149 campeggi disponibili.
Secondo gli esperti, la principale causa dell'inquinamento del lago di Baikal è la violazione della legislazione sulla gestione delle risorse idriche e delle norme igienicosanitarie da parte dei turisti e dei gestori delle attività per l'accoglienza dei turisti. Un altro problema sono depuratori mal funzionanti o fuori uso, anche se per la manutenzione e rimodernamento di essi negli ultimi tempi sono stati spesi ben 4 milioni di euro. Nello stesso tempo i villaggi situati sulle sponde lungo l'area costiera e le strutture d'accoglienza per i turisti scaricano acque nere direttamente nel lago di Baikal.
Irkutsk, Ekaterina Rudnik
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