Nella regione di Murmansk, in Russia, la polizia ha fermato un africano che già da un anno si nascondeva dal Servizio per l'immigrazione. È risultato che l'uomo viveva dalla sua compagna, in attesa che venisse accettata la sua richiesta di asilo.
Le forze dell'ordine russe hanno effettuato l'ennesima operazione di prevenzione delle violazioni delle leggi sull'immigrazione e hanno trovato un clandestino, risultato poi essere un cittadino sudanese, nel centro abitato di Titan. L'africano viveva da tempo in territorio russo, dove si è perfino riuscito a laureare.
Terminati gli studi, il sudanese ha deciso di rimanere nel paese e si è trasferito a Mosca. Tuttavia, per il fatto di non aver richiesto i documenti che gli danno il diritto di risiedere legalmente nel territorio della Federazione russa, nel 2015 il tribunale aveva condannato l'africano alla deportazione. Lui però, invece di tornare in patria, è andato a Murmansk, e poi dalla sua compagna nel villaggio di Titan.
Alla domanda dei poliziotti sul perché non fosse stato deportato in Sudan, risponde di non conoscere il russo e di aver bisogno di un interprete. Il sudanese cerca inoltre, insieme al suo avvocato, di ottenere la revisione della sentenza di deportazione e l'accettazione della sua richiesta d'asilo. Adesso è stato messo in un centro di detenzione temporanea.
Murmansk, Zoja Oskolkova
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