Il Ministero della Difesa della Federazione Russa pubblicherà 28 mila documenti presi come bottino di guerra dopo la sconfitta della Germania nazista e portati nell'Unione Sovietica dopo la Seconda guerra mondiale. La Germania stanzia 2,5 milioni di euro per la digitalizzazione dell'archivio. Gli storici sono convinti che i 2,5 milioni di fogli possano riservare molte scoperte sensazionali.
I documenti desecretati sono stati recuperati sul campo di battaglia nella prima metà della Grande Guerra Patriottica. Dopo la guerra, i documenti sono stati raccolti e inviati a Mosca. Nel 1960, il personale dell'archivio li ha classificati e inviati nei depositi per la conservazione. Nei decenni successivi, in sostanza nessuno si era occupato dello studio scientifico del fondo.
L'iniziatore della divulgazione dei dati, senza dubbio importantissimi, per gli storici, è stata la Germania. I negoziati con i militari russi sono iniziati già nel 2009, e ora saranno resi pubblici 28 mila documenti militari, compresi diari, rapporti, in particolare, delle operazioni militari e album fotografici.
Oltre ai documenti tedeschi, nelle cartelle sono conservati quelli giapponesi, italiani, rumeni e finlandesi. La divulgazione di questa mole di documentazione è essenziale per gli storici, loro sono sicuri di trovare tante informazioni nuove. In particolare, sperano di poter conoscere qualcosa di più sulla vita quotidiana nei territori occupati dai nazisti. Si potrebbe conoscere anche il destino di molti prigionieri di guerra.
Entro il 2018, l'archivio sarà completamente digitalizzato, grazie alle tecnologie utilizzate per la digitalizzazione dei dipinti nelle migliori gallerie d'arte mondiali, e reso pubblico.
Mosca, Zoja Oskolkova
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