I pesci dei bacini idrici degli Urali sono di nuovo vittime dell'ipossia. Praticamente ogni giorno, d'inverno, nei laghi della regione si verifica una moria di pesci.
Nei giorni scorsi gli abitanti di alcuni villaggi degli Urali hanno notato negli spazi aperti tra il ghiaccio dei laghi un enorme ammasso di pesci. Avannotti e specie più grandi vengono a galla nelle aperture per cercare di salvarsi dalla carenza d'ossigeno. La maggior parte di essi è ancora in vita.
I media locali scrivono che di solito la moria invernale di pesci a causa dell'insufficiente immissione di ossigeno dall'atmosfera comincia nei laghi degli Urali a febbraio. Quest'anno, dato l'eccezionale freddo stagionale, il deficit d'ossigeno è arrivato prima a causa del formarsi prematuro dello strato di ghiaccio.
Negli anni precedenti per salvare i pesci i pescatori e le associazioni locali hanno intrapreso delle opere di perforazione del ghiaccio in modo da formare delle aperture. Quest'anno però non è ancora stato fatto niente del genere.
Va anche sottolineato che l'ipossia invernale dei pesci dei bacini idrici degli Urali, secondo gli specialisti, si aggraverebbe anche per il fatto che durante la stagione calda nei laghi si accumula un'enorme quantità di sostanze organiche, le quali utilizzano per la decomposizione parte dell'ossigeno disciolto nell'acqua.
Čeljabinsk, Julija Maleckaja
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