Lo status delle città segrete in Unione Sovietica veniva assegnato ai centri abitati in virtù del collocamento al loro interno o nelle zone limitrofe dei siti di interesse strategico nazionale nel campo energetico, militare oppure spaziale. Queste cittadine spesso avevano soltanto i nomi codificati e non erano nemmeno indicate sulle mappe. Alcuni tuttora hanno lo status delle città segrete, poste sotto la sorveglianza e protezione dei servizi speciali dello Stato.
Per i cittadini comuni era praticamente impossibile entrare nelle città chiuse a causa di un controllo degli accessi rigoroso. Gli abitanti di queste città sono stati obbligati a non divulgare le informazioni sui siti segreti sotto la minaccia di sanzioni penali.
Tuttavia, la vita in una città chiusa aveva i suoi vantaggi. Di solito il livello di urbanizzazione era molto più alto rispetto a tante altre città del paese: il settore terziario, le condizioni sociali e la vita quotidiana. Tali città erano ben rifornite, lì era possibile trovare merci introvabili nel resto del paese e, inoltre, il tasso di criminalità era praticamente ridotto a zero. A causa degli svantaggi nella vita quotidiana dovuti alla «segretezza», allo stipendio degli abitanti era corrisposta un'indennità assai elevata.
Zagorsk-6 e Zagorsk-7
La cittadina di Serghiev Posad, che fino al 1991 si chiamava Zagorsk, non è conosciuta solo per i suoi monasteri e chiese particolari, ma anche per le sue cittadine chiuse. A Zagorsk-6 era situato il Centro Virologico dell'Istituto di Microbiologia ed a Zagorsk-7 – l'Istituto Centrale di Fisica e Tecnologia presso il Ministero della Difesa dell'URSS.
In epoca sovietica a Zagorsk-6 sviluppavano armi batteriologiche, ed a Zagorsk-7 – quelle radioattive. È noto che negli anni '60 del XX secolo laggiù è stata creata un'arma biologica sulla base del virus del vaiolo naturale. In seguito gli scienziati hanno sviluppato un'arma mortale sulla base dei virus sudamericani ed africani. Tra l'altro, proprio qui conducevano gli esperimenti con il virus dell'Ebola.
Trovare un lavoro a Zagorsk-6, anche per una professione più «civile», è stato molto difficile, per questo ci voleva una biografia «pulita» non solo del richiedente, ma anche di tutta la sua famiglia, anche dei parenti più lontani. Ciò non è sorprendente, perché in tanti cercavano di scoprire i segreti delle armi biologiche sovietiche.
Nei negozi militari di Zagorsk-7, che erano più a portata di mano, c'era sempre una vasta scelta di prodotti. Gli abitanti dei villaggi vicini notavano un netto contrasto con i banchi semivuoti di negozi locali. A volte loro preparavano le liste degli acquisti per non dimenticare niente. E se non riuscivano ad entrare nella cittadina in via ufficiale, allora semplicemente scavalcavano la recinzione.
Il 1 gennaio 2001 Zagorsk-7 è stato declassificata, perdendo lo status di una cittadina segreta, mentre invece Zagorsk-6 rimane tuttora città chiusa, off limits per i semplici mortali.
Arzamas-16
Dopo il ricorso alle armi nucleari da parte degli americani, è sorta la questione della fabbricazione della prima bomba atomica sovietica. È stato deciso di costruire un impianto segreto per il suo sviluppo sotto il nome di КB-11 sul territorio del villaggio di Sarov, successivamente ribattezzato Arzamas-16. La città segreta è stata subito posta sotto la protezione più capillare e sofisticata, lungo l'intero perimetro è stata circondata da due alte recinzioni di filo spinato con una fascia di pattugliamento in mezzo. Fino alla metà degli anni '50 tutti gli abitanti della città vivevano in un clima dell'estrema segretezza. I dipendenti del KB-11, compresi i membri delle loro famiglie, non potevano uscire dalla zona limitata del centro abitato neanche durante le vacanze. L'unica eccezione era stata prevista solo per viaggi di lavoro.
Più tardi, quando la città è cresciuta, gli abitanti hanno avuto l'opportunità di raggiungere il centro regionale su un autobus speciale, così come ospitare i propri parenti, dopo aver ottenuto per loro su richiesta un lasciapassare speciale. Intanto, lo stipendio medio, sempre pagato il giorno della scadenza fissato, era molto più alto rispetto alla media nazionale. I banchi e le vetrine dei negozi della città erano stracolmi: abbondavano salumi e formaggi, caviale rosso e nero, e altre prelibatezze. Gli abitanti della città vicina di Gorkij non l'hanno mai visto niente di simile nemmeno nei sogni.
Ora il centro nucleare Sarov, l'ex Arzamas-16, rimane ancora una città chiusa.
Sverdlovsk-45
Un'altra città «nata per ordine dall'alto» è stata eretta intorno all'impianto numero 814 per l'arricchimento dell'uranio. Ai piedi della montagna Shaitan, al nord di Sverdlovsk, per diversi anni lavoravano senza tregua i prigionieri del Gulag e, secondo alcuni dati, gli studenti di Mosca. Sverdlovsk-45 era stata sin dall'inizio progettata come una città, perciò la sua struttura è molto compatta.
Per gli standard sovietici a Sverdlovsk-45 si viveva molto bene, anche se la città non era stata rifornita così bene come, per esempio, lo stesso Arzamas-16. Lì non c'erano mai il trambusto né il traffico, e l'aria era sempre pulita. Va notato, che se un residente di Sverdlovsk-45 commetteva un reato, non poteva più tornare nella città, nonostante il fatto che lì rimaneva la sua famiglia.
Anche oggi Sverdlovsk-45, ora Lesnoy, è chiusa per i visitatori occasionali.
Mirnyj
All'inizio Mirnyj era una cittadina militare della regione di Arcangelo, per poi nel 1966 essere trasformata in una città chiusa a causa del vicino cosmodromo di Plesetsk. Il livello della segretezza di Mirnyj però era inferiore rispetto a molte altre città sovietiche chiuse. La cittadina non era stata recintata con il filo spinato, e il controllo dei documenti si effettuava soltanto sulle vie di accesso.
A causa della relativa accessibilità si osservavano spesso i casi, quando nei pressi dei siti segreti fermavano un cercatore di funghi oppure un clandestino non-residente, entrato nella città in cerca di merce introvabile fuori. Se non si trattava di malfattori, i fermati venivano subito liberati.
Tanti abitanti di Mirnyj ricordano il periodo sovietico come una favola. «Una marea di giocattoli, bei vestiti e scarpe» – ricorda un'abitante della città il centro commerciale «Detsky Mir» («Il Mondo dell'Infanzia»). In epoca sovietica Mirnyj aveva una fama della «città delle carrozzine». Il fatto è che ogni estate nella città venivano ex cadetti delle accademie militari, ormai ufficiali di fresca nomina, e per aggrapparsi al posto sicuro, si sposavano subito, mettendo su la famiglia.
Anche oggi Mirnyj mantiene il suo status di una città chiusa.
Mosca, Ekaterina Rudnik
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