Il Dipartimento della sanità della regione del Primor'e nell'Estremo Oriente russo ha avviato una procedura di verifica sulle notizie dei media locali secondo cui in uno degli ospedali di Dal'negorsk a una ragazza che era stata morsa da un cane randagio, invece di farle la vaccinazione antirabbica, hanno consigliato di andare in chiesa e «dire una preghiera».
La ragazza, invalida dalla nascita, alcuni giorni fa, dopo essere stata morsa da un cane randagio, è andata in ospedale per farsi fare la vaccinazione contro la rabbia. All'ospedale però si sono rifiutati di vaccinarla, dicendo che «non ci sono vaccini». «Il medico ha detto che il preparato era finito e ha allargato le braccia sconsolato» ‒ ha raccontato la madre della ragazza morsa. «Alla mia domanda su che cosa dovessimo fare nel caso che il cane che ha morsicato mia figlia avesse la rabbia, mi ha dato una risposta sconvolgente: «Andate in chiesa, accendete una candela perché il cane non sia malato»».
I genitori della ragazza hanno chiesto ai medici di prescrivergli la vaccinazione antirabbica nell'ospedale della provincia vicina, ma i dottori hanno comunicato loro che di vaccini contro la rabbia non ce n'erano da nessuna parte e che quindi non aveva alcun senso andare nella provincia vicina.
In seguito, all'ospedale cittadino di Dal'negorsk hanno fatto sapere che il medico che al posto della vaccinazione aveva consigliato alla ragazza morsa dal cane di accendere una candela in chiesa è stato licenziato. A loro volta la chiesa ortodossa russa ha definito un'indecenza e un sacrilegio la «ricetta» contro la rabbia.
Secondo i rappresentanti del locale Dipartimento della sanità, la mancanza di approvvigionamenti del vaccino potrebbe essere stata causata a Dal'negorsk dalle inondazioni. Per colpa della situazione d'emergenza nella regione non si sarebbe fatto in tempo a concludere le gare di fornitura dei medicinali necessari. A settembre nella regione del Primor'e ha imperversato il violento tifone Lionrock. Interi territori sono stati allagati e migliaia di persone sono rimaste vittime di gravi disagi.
Vladivostok, Zoja Berezina
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