La famosa pattinatrice artistica russa Tat'jana Navka ha eseguito un numero in uno show televisivo nel quale ha impersonato una prigioniera di un campo di concentramento nazista. L'opinione pubblica si è spaccata in due: alcuni hanno condannato gli organizzatori dell'evento, altri hanno invece approvato il tema dell'esibizione. L'addetto stampa del presidente della Federazione Russa Dmitrij Peskov, che è il marito della Navka, ha dichiarato di essere orgoglioso della moglie.
Alla base del numero, come ha spiegato la pattinatrice, c'è il suo film preferito del regista italiano Roberto Benigni, «La vita è bella», che narra la biografia di un ebreo italiano prigioniero ad Auschwitz. Durante l'esibizione la Navka e il suo partner, Andrej Burkovskij, hanno pattinato con indosso le divise carcerarie a strisce e le stelle gialle cucite sopra. Nonostante la valutazione molto alta della giuria, sui social il numero ha suscitato reazioni contrastanti.
Più tardi la pattinatrice artistica ha spiegato sul suo profilo social che quell'epoca terribile trattata nell'esibizione va «conosciuta e ricordata». A difesa della Navka si è schierata anche Anna Gerber, scrittrice russa e presidente della fondazione «Olocausto». Commentando i giudizi adirati sull'esibizione nei social, lei ha invitato a non giudicare la situazione in modo così univoco. Secondo lei «l'Olocausto non è soltanto annientamento, ma è anche resistenza, resistenza colossale, resistenza d'animo, resistenza delle qualità umane, resistenza della dignità dell'uomo». «Se in questa danza sul ghiaccio dedicata all'Olocausto c'era tutto questo, io non ci vedo niente di male» ‒ ha detto la Gerber.
Ha sostenuto la consorte anche l'addetto stampa del presidente russo Dmitrij Peskov. Rispondendo alla domanda su quanto sia opportuno toccare il tema dei campi di concentramento e dell'Olocausto in uno show televisivo, lui ha dichiarato: «Non penso che sia una questione che in qualche modo riguardi il Cremlino. Data la mia funzione, le mie possibilità di rilasciare commenti in proposito sono decisamente limitate. Sono orgoglioso di mia moglie, è tutto quello che posso dire» ‒ ha dichiarato Peskov.
Tanto più che la Federazione delle comunità ebraiche della Russia si è schierata in difesa della pattinatrice artistica: «La piega che ha preso la discussione su questo numero, il tentativo di giudicarlo da posizioni ideologiche o morali, la trovo del tutto fuori posto, in quanto di per se stesso il trattare il tema dell'Olocausto, soprattutto con una rivisitazione artistica in cui gli artisti si identificano con le vittime, è una cosa degna di grande rispetto e di grande riconoscenza».
Mosca, Zoja Oskolkova
La figlia di Peskov di primo letto: matrimonio di mio padre con Tatiana Navka è una finzione ►
© 2016, «New Day – Italia»