Mentre l'UE si sta sgretolando, la Russia si sta trasformando in una potenza mondiale. Tale dichiarazione è stata fatta dal multimiliardario americano e investitore globale George Soros all'evento «Russia Aperta», organizzato a Londra. Secondo Soros, la situazione attuale per molti aspetti è simile alla «prosperità dell'Europa Occidentale in seguito al crollo dell'Unione Sovietica».
Inoltre, l'economista è certo che le relazioni tra l'Occidente e la Russia si sarebbero potute sviluppare in modo diverso, se all'epoca il FMI avesse dato ascolto ai suoi consigli e «non avesse indirizzato l'assistenza da parte dell'Occidente verso i governi, ma per la soluzione di problemi specifici, come la riforma delle pensioni oppure il problema della disoccupazione».
Il multimiliardario ritiene che il destino dell'Unione Europea dipenda oggi «più che mai» dal futuro dell'Ucraina, l'assistenza alla quale è stata caricata dall'UE sulle proprie spalle. Inoltre, Soros ha detto che l'Euromaidan ucraino in una certa misura è stato trainato dalle idee di nazionalismo, che promuovono l'autodeterminazione. «È stata la rivolta contro il nazionalismo imperiale russo, contro Yanukovich, il satellite russo, che dipendeva in tutto e per tutto dal sostegno di Putin». Invece, il presidente della Russia, secondo l'economista, ha trovato il punto dolente perfetto della società russa. «Oggi Putin rappresenta una forma di nazionalismo che trova seguito in Russia», – ha detto il multimiliardario.
Ricordiamo che ai primi di giugno, Soros ha dichiarato che esistessero delle «buone probabilità» che l'UE finisse in frantumi a causa della crisi migratoria, delle continue difficoltà della Grecia e dell'ipotetica uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea. «Se la Gran Bretagna se ne va, ciò potrebbe innescare un esodo generale e la disintegrazione dell'Unione Europea sarà quasi inevitabile», – ha affermato l'economista.
Un giorno prima, il quotidiano britannico Guardian ha pubblicato un articolo di Soros, in cui il multimiliardario ha messo in guardia Londra da un possibile «venerdì nero» già il giorno successivo al referendum, nel caso in cui gli elettori votassero a favore dell'uscita della Gran Bretagna dall'UE. Secondo Soros, la sterlina britannica crollerebbe al livello dell'euro, e la maggior parte dei britannici si impoverirebbero.
Londra, Ivan Gridin
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