La quota dei formaggi russi nei negozi del paese nel 2016 ha raggiunto il 75% e s'intravedono prospettive di crescita fino al 90%. Lo ha reso noto il ministro dell'Agricoltura della Russia Aleksandr Tkačëv al congresso dei produttori di latte.
Secondo il ministro, i produttori di formaggio russi hanno rimpiazzato con successo sul mercato russo quelli stranieri e in futuro non faranno che aumentare la propria quota. «Se il formaggio in precedenza era per lo più d'importazione, adesso domina quello di produzione nazionale. Noi disponiamo di 10 grosse aziende e certamente mi aspetto che la nostra quota cresca fino al 90%» – ha detto Tkačëv.
Il ministro ha però sottolineato come la Russia nei prossimi cinque-sette anni debba «riarmare» il settore caseario sull'esempio della vicina Bielorussia.
In precedenza al ministero dell'Agricoltura della Federazione russa avevano messo in rilievo come da quando è in vigore l'embargo dei prodotti alimentari i produttori agricoli russi abbiano rimpiazzato la produzione d'importazione per quasi quattro miliardi di dollari. All'ente insistono per il mantenimento delle misure restrittive per almeno altri due anni.
Ricordiamo che una serie di paesi, tra cui gli Stati Uniti e i paesi membri dell'Unione europea, ha introdotto delle sanzioni nei confronti della Russia nel 2014 per via dell'entrata della Crimea nella Federazione russa e in seguito per il conflitto nel sud-est dell'Ucraina. In qualità di risposta il 6 agosto 2014 Mosca ha introdotto l'embargo sull'importazione di una serie di prodotti alimentari da questi paesi. In particolare il divieto ha riguardato i latticini prodotti in Europa, fatto che ha suscitato ingenti proteste da parte degli imprenditori agricoli dei paesi che prima esportavano la loro merce nella Federazione russa.
Mosca, Zoja Oskolkova
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