Pubblicazioni del 04/20/17 (Archivio)

La crisi non è un intralcio per i più ricchi di Russia: il loro patrimonio è cresciuto di 100 miliardi di dollari / La leadership è ancora del comproprietario della «Novatek» Leonid Michel'son
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La crisi non è un intralcio per i più ricchi di Russia: il loro patrimonio è cresciuto di 100 miliardi di dollari La leadership è ancora del comproprietario della «Novatek» Leonid Michel'son

L'elenco delle 200 persone più ricche della Russia secondo la rivista Forbes quest'anno ha riservato qualche sorpresa. In primo luogo il costo record del «biglietto d'ingresso»: adesso per entrare nella «premier league» del mondo del business russo non basta semplicemente possedere attivi per milioni di dollari, ma bisogna averne almeno 500 milioni, e per classificarsi nella top-10 dei migliori bisogna possedere non meno di 12,4 miliardi di dollari. Quello che nella lista è poi aumentato in modo significativo è il numero dei miliardari russi, da 77 a 96. Anche il loro patrimonio complessivo è cresciuto di 100 miliardi di dollari, toccando quota 460.

Per il secondo anno consecutivo la classifica degli imprenditori russi più ricchi è capeggiata dal comproprietario della compagnia energetica «Novatek» e della più grande holding petrolchimica «Sibura» Leonid Michel'son. Gli analisti di «Forbes» hanno stimato il suo patrimonio in 18,4 miliardi di dollari, 4 miliardi in più dell'anno precedente.

Al secondo posto c'è Aleksej Mordašov, presidente del consiglio d'amministrazione della compagnia siderurgica e mineraria «Severstal», che ha fatto crescere i suoi attivi di 6,6 miliardi di dollari: con i suoi 17,5 miliardi ha guadagnano infatti quattro posizioni in classifica rispetto allo scorso anno.

Il record dell'aumento della ricchezza lo ha però fatto registrare il proprietario della Novolipetsk Steel (NKMK) Vladimir Lisin, che in un solo anno è riuscito a guadagnare ben 6,8 miliardi di dollari, tanto che con il suo patrimonio di 16,1 miliardi si è piazzato al terzo posto, salendo di cinque posizioni.

Tra i primi dieci ci sono anche il partner di Michel'son, il proprietario del «Volga Group» Gennadij Timčenko (16 miliardi di dollari), il fondatore e principale azionista di «USM Holdings» Ališer Usmanov (15,2 miliardi), il presidente della compagnia petrolifera «Lukojl» Vagit Alekperov (14,5 miliardi), il comproprietario di «Alfa Group», uno dei maggiori gruppi industriali finanziari d'Europa, Michail Fridman (14,4 miliardi), il presidente della compagnia metallurgica «Noril'skij Nikel» Vladimir Potanin (14,3 miliardi), il comproprietario della «Compagnia energetica carbonifera siberiana» e della svizzera «EuroChem» Andrej Mel'ničenko (13,2 miliardi) e il presidente del consiglio d'amministrazione della compagnia «Renova» Viktor Veksel'berg (12,4 miliardi).

Quest'anno nella classifica sono entrati 13 nuovi businessman, tra cui il presidente della compagnia d'investimenti «United Capital Partners» (UCP) Il'ja Ščerbovič (111° posto), i rappresentanti del settore IT, i partner di «Veeam Software» Andrej Baronov (113°) e Ratmir Timašev (118° posto), e anche il titolare dell'azienda farmaceutica «R-Farm» Aleksej Repik (116° posto). Sono inoltre rientrati nell'elenco il proprietario dello Stabilimento per la laminatura dei tubi di Čeljabinsk Andrej Komarov (800 milioni di dollari) e il principale azionista della compagnia metallurgica e mineraria «Mečel» Igor' Zjuzin (650 milioni).

Nella classifica dei paperoni russi ci sono anche tre rappresentanti del gentil sesso: la nota imprenditrice Elena Baturina (1 miliardo di dollari), Elena Rybolovleva (600 milioni), che si è arricchita grazie al divorzio con un miliardario, e la titolare della compagnia aerea «S7» Natalija Fileva (600 milioni).

Gli analisti menzionano alcuni motivi per l'aumento del capitale dei russi più ricchi. In primo luogo ha giocato a favore dei businessmen russi il rafforzamento del rublo. Da febbraio dello scorso anno la valuta russa è cresciuta del 38%. Nello stesso periodo è cresciuto del 67% l'indicatore azionario in dollari dell'indice RTS.

Anche la situazione favorevole dei mercati delle materie prime ha dato una mano all'aumento dei capitali dei riccastri russi. Secondo gli esperti, più di tutti gli altri hanno moltiplicato i loro capitali quegli imprenditori tra i cui attivi predominano le compagnie metallurgiche. Le azioni in questo settore sono cresciute molto più velocemente delle altre: l'indice RTS Metal & Mining è cresciuto del 93%. Anche per i rappresentanti delle imprese energetiche e chimiche l'anno è stato positivo, essendo gli indici settoriali RTS Oil & Gas e RTS Chemicals cresciuti rispettivamente del 53% e del 51%.

Ha invece lasciato la classifica il proprietario della banca «Russian Standard» e dell'omonimo brand della vodka Rustam Tariko. Il businessman era in classifica dal 2004, ma questa volta gli sono mancati 150 milioni di dollari per essere inserito nella classifica dei russi più ricchi.

Mosca, Zoja Oskolkova

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