In uno dei negozi della città russa di Vladimir sono stati ritirati dal commercio i ricci di peluche «deviati». Sulla pancia di peluche c'erano «ombelichi rosa», che ai tanti acquirenti ricordavano organi sessuali femminili. I ricci con segni manifesti d'appartenenza al genere femminile hanno causato l'indignazione pubblica.
E' stato il difensore civico dei diritti dell'infanzia a chiedere il ritiro dal commercio dei riccetti (o riccette?) incriminati. «In realtà, in questo buco c'entra almeno mezza dito – s'indigna l'ombudsman regionale. – È un riccio femmina, lo si capisce bene. Allora sorge spontaneamente una domanda: è l'ombelico? Ma non assomiglia affatto alla forma di ombelico, è il buco. Invece, l'ombelico è bombato».
L'attivista, il difensore civico dell'infanzia, oltre alla richiesta di ritiro immediato dal commerci dei ricci femmine, manifestamente gender, ha inoltre intravisto nell'offerta-lancio dei giocattoli incriminati una vera e propria provocazione. Secondo lo zelante tutore della morale pubblica, lo scopo sarebbe quello di sondare l'opinione pubblica sull'accettazione o rifiuto dei giocattoli gender destinati al mondo dei piccoli: «Qui si vede il sottinteso di educazione sessuale precoce. Se non reagiremo, fra un po' sul mercato saranno lanciati anche ricci maschi con segni evidenti di appartenenza sessuale».
Bisogna aggiungere che quest'anno tali giocattoli sono stati distribuiti in diversi centri commerciali della città. Uno dei ricci femmine è stato aquistato e portato in dono al sindaco, che ha ordinato di ritirare immediatamente dalla vendita i ricci 16+. Ai venditori degli esotici «animaletti» è stato imposto di relegarli nei sexy-shop.
«Ricci 16+» hanno causato l'indignazione pubblica
Vladimir, Zoja Berezina
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