Pubblicazioni del 05/25/15 (Archivio)

Residenza concessa a un vice-presidente della Duma in un appartamento pieno zeppo di immigrati / Esperimento di un'attivista per i diritti umani per richiamare l'attenzione su finte residenze facili agli stranieri
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Residenza concessa a un vice-presidente della Duma in un appartamento pieno zeppo di immigrati Esperimento di un'attivista per i diritti umani per richiamare l'attenzione su finte residenze facili agli stranieri

I cittadini russi conoscono molto bene il concetto di «appartamenti di gomma». Si tratta di dimore, dove risiedono contemporaneamente decine – e a volte centinaia – di persone che, in realtà, non vivono lì. Sono residenze fittizie che permettono ai lavoratori stranieri una facile «regolarizzazione» e il rilascio del premesso di soggiorno. Il fenomeno è molto diffuso, coinvolgendo migliaia di immigrati che approdano in Russia nella speranza di un guadagno. E' un illecito che attira, per il facile guadagno, centinaia di proprietari degli immobili russi (spesso si tratta di immobili inagibili o di veri e propri tuguri e baracche), che fanno la richiesta al competente ufficio territoriale per concedere la residenza a dozzine di stranieri su una superficie abitativa che a volte non super una ventina di metri quadri.

Una situazione che si spiega con i requisiti richiesti dal sistema russo, secondo il quale per tutti coloro che soggiornano al di fuori del proprio luogo di residenza abituale è obbligatoria la registrazione temporanea presso la polizia. In mancanza di questo requisito, le forze dell'ordine potranno effettuare approfondite ispezioni dei documenti e interrogare l'interessato fino a consegnarlo al commissariato «per l'identificazione della persona» o relegarlo in un Centro di identificazione ed espulsione da dove, dopo un breve soggiorno, sarà soggetto al rimpatrio coatto.

Nei locali non adibiti ad uso abitativo la residenza non può essere concessa e senza il timbro della residenza, anche provvisoria, per uno straniero è molto difficile trovare un lavoro.

Secondo la legge vigente in materia, è sufficiente che il cittadino russo dia il proprio consenso affinché, nel proprio appartamento, possano soggiornare suoi parenti o amici: in questo caso la polizia è obbligata a fare la registrazione di residenza.

I lavoratori stranieri utilizzano questo sistema per ottenere la registrazione di residenza tanto agognata (che equivale ad una sorta di permesso di soggiorno) pagando profumatamente sull'unghia i proprietari russi delle abitazioni, solitamente appartenenti alle categorie più povere come pensionati ed alcolisti, per ottenere 'ospitalità' presso il loro domicilio. E il business è talmente diffuso che spesso sono gli stessi dipendenti degli uffici anagrafici – dietro compenso – a registrare i lavoratori stranieri negli appartamenti senza aver ricevuto il permesso dei proprietari.

Il risultato è che, in alcuni appartamenti russi, spesso risultano come «residenti» centinaia di persone, fisicamente impossibilitate a vivere tutte insieme neanche se disposte una sopra l'altra.

Tale situazione preoccupa le forze dell'ordine perché negli «appartamenti di gomma» potrebbero alloggiare indisturbati non solo immigrati clandestini, ma anche criminali e terroristi.

Il Presidente della Commissione del Consiglio per i diritti umani sulle politiche migratorie e la tutela dei diritti umani nelle relazioni internazionali, Yevgeny Bobrov, ha condotto un esperimento per attirare l'attenzione su questo problema. Per un piccolo compenso (circa 15 euro) è riuscito a registrare come residente nello stesso appartamento il vice-presidente della Duma e leader del Partito Liberal-Democratico, Vladimir Zhirinovsky, il Capo del Servizio Federale di Immigrazione, Konstantin Romodanovsky, e l'attivista per i diritti umani, Svetlana Gannushkina.

Sono trascorsi sei mesi ed gli enti statali competenti in materia non hanno risolto il problema del commercio di residenza falsa. Ora Bobrov racconta dell'esperimento, perché spera, con l'aiuto dei media, di costringere le autorità a intervenire con più risolutezza per spezzare e reprimere questo fenomeno criminale.

Da notare che la Duma, già un paio di anni fa, ha inasprito le sanzioni per i proprietari degli «appartamenti di gomma». Ma, nella pratica, queste misure punitive non vengono mai applicate.

Mosca, Zoja Oskolkova

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