L'Italia ha deciso di estradare in Russia l'ex capo di Rosgranitsa, l'Agenzia federale russa per l'amministrazione e la gestione dei valichi di frontiera della Federazione Russa, Dmitry Bezdelov. In patria il funzionario è accusato di aver costituito una vera e propria associazione per delinquere e di essersi appropriato indebitamente di una somma pari a 3,5 milioni di euro dei fondi pubblici durante la gestione di un programma federale.
Il procedimento penale a carico di Bezdelov e dei suoi complici è stato avviato già nel 2013. La commissione d'inchiesta ad hoc che indaga sui presunti casi di criminalità economica è giunta alla conclusione che il funzionario ed i suoi complici hanno frodato lo stato russo tramite uno schema criminale circa 11,5 milioni di euro, tuttavia, in seguito questa cifra è stata ridotta a 3,5 milioni.
Dmitry Bezdelov è fuggito all'estero, e in Russia sono stati arrestati i suoi complici e alcuni imprenditori che eseguivano contratti statali per la ricostruzione del posto di blocco ferroviario «Adler» nel sud del paese, così come del posto di blocco «Pogranichny» in Estremo Oriente. Proprio nel corso di questi lavori i criminali si sono appropriati dei fondi statali.
Nell'autunno del 2014 l'ex funzionario è stato arrestato a Roma, mentre cercava di prendere una stanza presso l'hotel 4 stelle Palladium Palace. Dopodiché si è iniziata una lunga battaglia legale. Solo un anno dopo, la Corte d'Appello di Roma ha deciso di accogliere la richiesta delle forze dell'ordine della Federazione Russa ed estradare Bezdelov. Allo stesso tempo, la Russia ha rassicurato l'Italia che il funzionario accusato non rischia la pena di morte, e le condizioni della sua detenzione sarebbero conformi agli standard europei.
Roma – Mosca, Ekaterina Rudnik
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