Un abitante della città di Čeljabinsk, che per tre anni ha compiuto rapine nella stessa banca, trascorrerà otto anni e mezzo al fresco.
Nel corso delle indagini si è scoperto che il malvivente aveva studiato il principio di funzionamento e di protezione della cassa di servizio per le persone giuridiche di una delle banche locali. Nel dicembre del 2014, è entrato di corsa nella filiale con il viso coperto da una sciarpa e, minacciandolo con una pistola elettrica, si è fatto consegnare da un manager le chiavi della cassa, dalla quale ha prelevato circa novemila euro.
Nell'autunno del 2015 il bandito ha di nuovo fatto irruzione nella stessa filiale, questa volta con una pistola accendino. Minacciando un'impiegata della banca, il criminale è entrato nel locale della cassa di servizio per le persone giuridiche. Tuttavia nella cassa c'erano solamente 5 euro. Amareggiato dal miserabile bottino, il rapinatore ha gettato via i soldi ed è scappato.
Infine, nell'ottobre del 2016, il malvivente ha di nuovo assaltato la sua filiale «prediletta». Questa volta per camuffare il viso ha indossato un casco da motociclista e si è armato con una pistola elettrica. Il delinquente è entrato di corsa nel locale, dove in quel momento si trovavano due manager e il guardiano della banca. Sul tavolo in quel momento c'era una borsa portavalori con più di 70 mila euro. Il bandito ha colpito due volte con la pistola elettrica il guardiano della banca, ma in aiuto di quest'ultimo è venuto un cliente, che ha immobilizzato l'aggressore.
Il tribunale ha condannato il rapinatore a 8,6 anni di reclusione in un carcere a regime duro. Inoltre il giudice ha accolto la richiesta della banca di risarcimento forzato del danno materiale subito.
Čeljabinsk, Viktor Eliseev
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