Nell'Estremo Oriente della Russia il tribunale ha emesso la sentenza definitiva per il caso di un bracconiere che ha ucciso alcuni animali considerati specie protette, comprese tigri dell'Amur e orsi. L'iter giudiziario del cacciatore è durato quasi cinque anni. Alla fine il colpevole è riuscito a evitare il massimo della pena richiesta, con un periodo di detenzione. Tuttavia il verdetto pronunciato nei suoi confronti è lo stesso considerato senza precedenti.
L'accusato è stato condannato a pagare una multa di 143 mila euro. Gli esperti mettono in rilievo come sia la prima volta che un bracconiere debba pagare una somma di tale entità per danni ambientali causati dalla caccia illegale. In questo senso la sentenza del tribunale entrerà nella storia della legislazione per la tutela dell'ambiente, hanno detto alla filiale dell'Amur di WWF Russia.
Come riportano i media locali, protagonista della causa penale che ha fatto scalpore è stato un abitante della città di Nachodka di nome Evgenij Romanov. Lui organizzava una banda di bracconieri, che nel 2011-2012 andavano a caccia di animali, compresi alcuni di specie in via di estinzione. Durante quel periodo sono riusciti a uccidere sei tigri dell'Amur, 34 orsi tibetani e 12 orsi bruni, sette cervi sika, un gatto selvatico dell'Amur e alcuni uccelli rari. La serie di crimini è stata scoperta nella primavera del 2012. Fin dall'inizio il processo è stato seguito dagli animalisti di WWF Russia. In particolare essi hanno preso parte allo svolgimento delle perizie biologico-giudiziarie.
Nonostante la risonanza pubblica, attraverso delle scappatoie della legislazione il bracconiere è quasi riuscito a evitare una sanzione penale. Nondimeno, la colpevolezza di Romanov è stata dimostrata ed è stato condannato a pagare un cospicuo indennizzo.
Vladivostok, Zoja Oskolkova
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