Nell'Oceano mondiale entro il 2048 potrebbero sparire tutti i pesci se non verranno modificate le regolamentazioni della pesca. Su questo pericolo hanno messo in guardia gli specialisti del WWF in Russia.
Gli esperti hanno tratto tali conclusioni sulla base dei dati della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura) che dicono che il 90% delle risorse ittiche marine è già stato sfruttato. Nella maggior parte dei paesi del mondo la pesca è condotta in maniera insostenibile, ritengono gli esperti.
Al limite dell'annientamento si trova già il pesce bianco, principale fonte di nutrizione marina per l'uomo. Il 90% dei grossi pesci predatori (tra cui il tonno, il merluzzo, l'halibut, il pesce spada), sottolineano gli esperti, non potrà mai più ripristinare a livello quantitativo la popolazione precedente.
Secondo le previsioni più prudenti, entro il 2050 la popolazione umana toccherà i 9 miliardi. Se i metodi di produzione del cibo e le preferenze alimentari della gente non cambieranno, l'umanità andrà incontro alla carenza di prodotti alimentari.
Per fare in modo che dagli oceani non scompaiano i pesci bisogna preservare il loro habitat naturale, in particolari i luoghi di fregola. Si dovrà anche smettere di tagliare i boschi lungo i fiumi, di inquinare i bacini idrici e le zone costiere di pesca protette. I pescatori devono rispettare le normative sulla pesca e non praticare la pesca di frodo.
Mosca, Zoja Oskolkova
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