Il pluriomicida e uxoricida Oleg Belov, ora ricoverato all'ospedale dove è interrogato dalla polizia, ha già svelato alcuni particolari agghiaccianti e raccapriccianti della sua vita familiare. I vicini del mostro testimoniano che l'uomo allevava i propri figli in estremo rigore e incuteva paura alla coniuge, costringendola a partorire sempre più figli in continuazione per accedere ai sussidi statali e avere una bella e ampia abitazione completamente gratis come spetta di diritto a una famiglia numerosa.
In precedenza, NDNews.it aveva dato un'ampia copertura dell'omicidio di massa avvenuto a Nižnij Novgorod che ha sconvolto l'intera Russia e ha avuto una vasta eco anche all'estero. L'assassino è stato arrestato, ferito all'addome da un proiettile sparato dagli agenti contro i quali si era scagliato con un coltello a serramanico. Più tardi si è scoperto che l'uomo era in cura presso il centro di igiene mentale per il trattamento sanitario obbligatorio con la diagnosi schizofrenia. Inoltre era anche un adepto di una setta religiosa.
La rimozione dei corpi dall'appartamento di Belov
Tuttavia, i vicini dicono che l'assassino non sembrava malsano mentalmente: conosceva benissimo i suoi diritti, con freddezza cinica calcolava e tutelava i suoi interessi personali individuali, estromettendo completamente la moglie da qualsiasi decisione riguardante la vita familiare e i bambini, e non permettendole nemmeno di avere una quota di quelle briciole di aiuti economici sociali erogati dallo stato.
La casa dove era vissuta la famiglia di Belov e dove sono morti i suoi membri, pur essendo situata in periferia della città, si trova comunque nella cosiddetta parte «prestigiosa». Oltre alle abitazioni private, qui ad ogni passo ci sono campi da gioco di fresca costruzione, nuovi asili nido: un vero e proprio paradiso per i bambini e i loro genitori. All'inizio, quando era nato il terzo figlio, la famiglia ha ricevuto dal governo regionale un appartamento monolocale. Con la nascita del sesto figlio i Belov si sono trasferiti in un appartamento con tre stanze nella stessa casa.
La casa dove abitava la famiglia di Belov
La famiglia era sempre stata insocievole. Il capofamiglia ha costretto sua moglie Julija Zaitseva a rompere ogni rapporto con gli amici e stroncare la comunicazione persino con sua madre, dopo che la suocera avesse inoltrato la richiesta di privare l'uomo della patria potestà. Il giudice però l'ha respinta perché non ha ritenuto la schizofrenia una ragione valida e fondata per l'applicazione di una misura così severa.
La finestra dell'appartamento dove il mostro ha ucciso e fatto a pezzi i sei figli e la moglie incinta
Nell'asilo nido, frequentato dai bambini, sapevano che i piccoli nella famiglia di Belov vivevano in austerità. Non si poteva prendere i bambini in braccio e portarli in passeggino, poiché per un simile gesto il capofamiglia poteva infliggere una punizione. Inoltre, ha vietato di dare ai piccoli la carne e i dolci. A volte i bimbi venivano all'asilo con lividi, ma il pediatra, che visitava loro, non poteva dire se queste ferite siano state causate o no da botte.
Julija con i bambini nell'asilo nido
Un paio di volte le vicine di casa, parlando con Julija, hanno sentito le sue lamentele di avere tanti bambini piccolini, poiché lei era stanca e non ce la faceva più, ma il marito la costringeva partorire altri figli. Belov diceva così alla moglie: «Dai, facciamo ancora altri figli per avere la casa più grande». Pur soffrendo di schizofrenia, i propri diritti lui li conosceva fin troppo bene. Ha imparato a memoria l'articolo del Codice della famiglia, che definisce i diritti e le responsabilità delle famiglie numerose. Ha sentito da qualche parte che a una famiglia con dieci figli a carico lo Stato assegna gratuitamente una casa propria con il terreno.
La famiglia di Belov
Il lato più terribile in questa storia è che il giudice tutelare e le forze dell'ordine mai hanno avuto dei dubbi che la famiglia fosse afflitta da numerosi problemi interni. I difensori civici dei diritti dell'infanzia che da diversi anni avevano sotto la propria tutela la famiglia di Belov, affermano che a parte la mancanza di denaro, non avevano mai riscontrato qualcosa di anomalo o di sospetto. Si erano limitati a fornire alla famiglia pacchi viveri.
Ora sarà il tribunale a stabilire la responsabilità personale di chi ha lasciato i bambini con il padre afflitto da gravi disturbi mentali. Alcuni agenti di polizia di Nižnij Novgorod sono stati già accusati di negligenza, perché secondo le indagini preliminari, i tutori dell'ordine avevano ricevuto segnalazioni sulla violenza privata all'interno della famiglia di Belov, ma non hanno fatto le verifiche sul caso.
Nižnij Novgorod, Ekaterina Rudnik
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