Pubblicazioni del 06/23/15 (Archivio)

La trasformazione del presidente ucraino Petr Poroshenko: dal re del cioccolato al barone delle armi / Il presidente ucraino Poroshenko vende i lanciabombe ai miliziani del Donbass
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La trasformazione del presidente ucraino Petr Poroshenko: dal re del cioccolato al barone delle armi Il presidente ucraino Poroshenko vende i lanciabombe ai miliziani del Donbass

Pochi sanno che lo stabilimento di Kiev «Leninskaya kusnitsa» («La fucina di Lenin») è di proprietà del presidente dell'Ucraina Petro Poroshenko. L'azienda non solo produce le carpenterie metalliche e i macchinari speciali, ma anche i piccoli motoscafi blindati d'artiglieria ed i lanciabombe automatici, che poi vengono forniti anche alle milizie indipendentiste del Donbass.

Tutti sanno che l'industria dolciaria «Roshen» (pure di proprietà del capo dello stato ucraino) opera con successo e prospera in Russia. Per più di una volta Poroshenko ha promesso di vendere la fabbrica, ma ogni qualvolta con spensieratezza dimenticava le sue promesse. Tra l'altro, il presidente dell'Ucraina versa le tasse all'erario della Federazione Russa.

Nonostante i lanci delle torte contro le vetrine della catena «Roshen» a Kiev ad opera dei giovani ragazzi per protesta, il business russo di Poroshenko continua a fiorire. Il 23 febbraio scorso in Russia sono state messe in vendita le tavolette di cioccolato con i simboli patriottici russi e il nastro di San Giorgio sulla confezione, prodotte dalla fabbrica dei cioccolatini di Poroshenko.

L'uomo d'affari ora sta governando il paese, l'Ucraina, sfrutta abilmente la sua carica presidenziale a proprio beneficio personale per trarre ulteriori profitti. Cosicché, a Kiev prima di essere eletto il Capo dello Stato, Petro Oleksijovyč ogni anno apriva solo sette negozi della rete commerciale «Roshen». Una volta insediato in carica, Poroshenko ha dato una tale accelerazione al proprio business, che solo nei primi sei mesi dell'anno in corso e solo nella capitale sono stati aperti più di 10 negozi. E il business va costantemente in salita. Non c'è niente di strano che anche il guadagno del presidente-businessman è aumentato di ben sette volte.

Adesso Poroshenko ha trovato una nuova fonte di reddito. La «Leninskaya kusnitsa» produce i motoscafi d'artiglieria «Gurza-M» del progetto 58155 e anche i lanciabombe automatici «UAG-40». Questi nuovi lanciabombe puntualmente finiscono nelle mani dei miliziani indipendentisti del Donbass, e non solo come bottino di guerra. Il fatto è che le strutture commerciali riconducibili al presidente ucraino commerciano attivamente sul territorio controllato dalle repubbliche indipendenti popolari del Donbass. Dopotutto è solo il business e niente di personale.

Allo stesso tempo, trafficando intensamente con la Novorossia (il nome generico per la regione del Donbass controllata da indipendentisti filorussi), Poroshenko continua a mandare decine di migliaia dei suoi compaesani come carne da macello sotto il fuoco delle armi dei miliziani. Solo la quarta, dall'inizio delle operazioni militari dei filogovernativi nel Donbass, chiamata sotto le armi dell'esercito ucraino ha rastrellato e mandato a una morte sicura fino a 60 mila di reclute e riservisti.

Una potente ondata di proteste contro l'invio degli uomini giovani e non molto come carne da cannone alla guerra nella Repubblica Popolare di Doneck e nella Repubblica Popolare di Lugansk ha investito tutte le città di «Nezalezhnaya», ossia i territori controllati dal governo di Kiev. Sempre più spesso capitano i casi, quando la folla infuriata strappa con la forza i gruppi di reclute ai comandanti militari. Nella regione di Kharkiv, ad esempio, dove migliaia di uomini si nascondono per sfuggire dalla mobilitazione coatta, le autorità locali sono state costrette a istituire i cordoni di poliziotti per contrastare i parenti delle reclute.

Kiev, Zoja Oskolkova

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