Un canale televisivo ucraino ha mandato in onda un reportage dal titolo «La prostituzione ai tempi della ATO (operazione antiterroristica). A quanto l'amore sulla linea del fuoco», nel quale si riportano i risultati di un'indagine dedicata alle «lucciole» nel Donbass e tra le ragazze sfollate trasferitesi a Kiev.
Nel reportage i giornalisti hanno riscontrato che le ragazze sfollate che si sono trasferite dalle zone di conflitto del sud-est del paese nella capitale sono costrette a contendersi i clienti abbassando i prezzi. Le sacerdotesse dell'amore a pagamento prestano i loro servizi per 10 euro all'ora. Prezzi tanto bassi per i servizi intimi sono causati dalla forte concorrenza.
Alcune ragazze che si guadagnano da vivere prostituendosi hanno lasciato le proprie famiglie nel Donbass. In tal modo nel giro della prostituzione, a causa del collasso dell'economia, ci finiscono anche non poche ucraine che erano ragazze per bene. Dai soli dati ufficiali degli attivisti per i diritti civici, più di tremila ragazze sfollate trasferitesi a Kiev lavorano come lucciole perché non riescono a trovare un lavoro in regola.
Gli esperti del business del sesso a pagamento fanno notare che le abitanti delle regioni di Lugansk e Doneck sono famose per la loro bellezza e per questo spesso non lavorano per strada, ma fanno le escort o lavorano negli strip-club, dove i loro servizi costano più cari.
D'altro canto, ci sono anche le meretrici che hanno deciso di non andarsene dal territorio coinvolto nelle azioni di guerra, chiamate dalle autorità ucraine «zona di operazione antiterrorismo» (ATO), ma di prestare i loro servizi nella loro terra, sul posto, vicino alla propria casa. A proposito, le sacerdotesse dell'amore sulla linea del fuoco rispettano il coprifuoco e lavorano esclusivamente di giorno.
I giornalisti sono inoltre venuti a sapere che i servizi di sesso a pagamento nella ATO costano molto di meno che non a Kiev e godono di grande popolarità tra le forze di sicurezza ucraine. Per i militari filogovernativi ucraini sono persino previsti degli sconti.
Nel frattempo, il reportage del canale tv ucraino ha suscitato moltissima indignazione in rete. Gli utenti ritengono che i media ucraini propagandino la legalizzazione della prostituzione ammiccando al fatto che questa potrebbe aiutare a rimpinguare le casse di un paese che si sta riducendo sul lastrico.
Doneck, Zoja Oskolkova
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