Pubblicazioni del 10/17/16 (Archivio)

La georadiolocalizzazione aiuterà gli scienziati a prevedere i terremoti
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La georadiolocalizzazione aiuterà gli scienziati a prevedere i terremoti

Gli scienziati russi hanno adottato con successo i metodi della georadiolocalizzazione per studiare le fratture della crosta terrestre, che sono la causa dei terremoti. Questo aiuterà a prevedere in anticipo lo sviluppo del cataclisma.

I terremoti e altri pericolosi cataclismi legati alle viscere della terra avvengono per lo più vicino alle fratture tra le placche tettoniche il cui movimento è spesso ostacolato dalle irregolarità dei loro lembi. Quando il movimento delle placche ha termine, nel loro punto di contatto si accumula un'energia potenziale che può essere liberata sotto forma di calore e potenti sbalzi di onde acustiche nel momento in cui le rocce non reggono e si spaccano.

Secondo i ricercatori, i dati ricevuti con l'ausilio della georadiolocalizzazione aiutano a studiare le faglie, gli scorrimenti delle quali possono provocare frane, smottamenti, liquefazione dei terreni, voragini o cedimenti. In tal modo, più gli scienziati conoscono una faglia, più precisa sarà la previsione delle possibili deformazioni tettoniche e dello sviluppo di processi pericolosi nelle sue vicinanze.

I ricercatori ripongono particolari speranze sulla tecnologia dei cosiddetti GPR radar e georadar, capaci di «rendere trasparenti» le viscere della terra per centinaia di metri o per diversi chilometri. Essi determinano la struttura delle rocce a grandi profondità grazie al fatto che i diversi tipi di minerali conducono ciascuno in maniera differente l'elettricità e le onde radio, interagendo con esse.

Gli scienziati russi hanno verificato se si potessero utilizzare questi strumenti per monitorare i potenziali epicentri dei terremoti, «illuminando» la struttura della faglia di Mondy sulle rive del Bajkal, dove nell'aprile del 1950 ebbe luogo un violentissimo terremoto. I fotogrammi del radar hanno mostrato che le rocce delle placche in un punto si sono allontanate l'una dall'altra a una distanza inaspettatamente lunga. In compenso, in altre zone la faglia si è comportata secondo le previsioni del monitoraggio «da terra». Questo ha dimostrato che i dati dei radar possono essere utilizzati per il monitoraggio dello stato delle faglie senza ricorrere a costosi progetti di scavo di canali e all'estrazione di rocce a grande profondità, cosa che senz'altro migliorerà la nostra capacità di comprensione dei terremoti e di come prevederli.

Mosca, Ekaterina Rudnik

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