Lo scandalo doping che vede coinvolti gli atleti russi, scoppiato in primavera, si sta allargando a macchia d'olio. Un giorno sì e un giorno no si trovano le tracce del doping nei campioni prelevati a sempre nuovi atleti, nuotatori e tennisti. Nello stesso tempo gli esperti sempre più spesso si schierano dalla parte degli sportivi, mentre i medici affermano che Meldonium non è un doping, e tra i politologi serpeggia l'opinione di un complotto ordito ai danni dello sport russo nel suo insieme.
Il farmaco Meldonium è stato vietato dall'Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) l'1 gennaio 2016. E' espressivo che il medicinale è stato certificato soltanto negli stati-membri della CSI e dell'Europa Orientale, mentre nell'Europa Orientale è conosciuto soltanto dai funzionari antidoping. Proprio per questo banale motivo atleti occidentali non sono mai stati colti con le mani nel sacco sul suo uso.
WADA ha diffuso i dati, riguardanti 100 atleti, nel cui sangue sono state trovate tracce di Meldonium, senza però citare nomi degli sportivi. Si sa che tra di essi figura Maria Sharapova, la quale personalmente ha comunicato di non aver superato il doping test. Dopodiché molti marchi occidentali hanno rinunciato a usare l'immagine di Masha come loro testimonial, mentre l'ONU le ha tolto l'incarico di ambasciatore di buona volontà.
Maria Sharapova
In generale, Meldonium non è una sostanza che aumenta risultati sportivi, ma è un farmaco che permette di ripristinare il funzionamento cardiaco dopo sovraccarichi. In realtà, esistono numerosi farmaci di questo genere ed è questo il motivo per il suo inserimento nella lista delle sostanze proibite. Il fatto sta che attorno a WADA ruota una miriade di lobbisti delle grandi case farmaceutiche, il cui scopo è prevenire l'inserimento nella lista delle sostanze proibite di propri farmaci, nello stesso tempo favorendo in tutti i modi il divieto dell'uso dei farmaci della concorrenza. Meldonium è un farmaco, la cui invenzione risale al 1975 e il quale è usato soltanto nell'Europa Orientale, e per questo motivo è un bersaglio per eccellenza per attacchi dei lobbisti.
A favore di questa pista si è espresso lo stesso inventore di Meldonium, lo scienziato lettone Ivars Kalvinš. Secondo le affermazioni del ricercatore, Meldonium è stato inserito nella lista delle sostanze proibite dietro le pressioni della concorrenza, che promuove il farmaco Carnitene. Kalvinš afferma che il farmaco non è un doping, è innocuo, mentre Carnitene favorisce lo sviluppo di aterosclerosi.
Anche la campionessa olimpionica specializzata nel salto con l'asta Elena Isinbaeva ha dichiarato che il divieto di Meldonium è politicamente motivato. «E' semplicemente ridicolo. A mio avviso, si tratta di una pura politica o una pura mossa ad effetto per colpire l'immaginazione collettiva del pubblico e promuovere un altro farmaco del tutto inutile», – ha posto l'accento la sportiva, mettendo in evidenza, che Meldonium non è un doping e serve per mantenere il funzionamento dei muscoli cardiaci nelle condizioni di sovraccarichi fisici nello sport. «Vogliamo anche vietare vitamina С, farmaci a base di ematogena e l'acqua della sorgente, poiché quest'ultima porte con sé l'energia della terra e pertanto può essere considerata bevanda energizzante. Eppoi anche di respirare l'ossigeno poiché se l'assorbi abbondantemente, potrai saltare troppo in alto», – ha concluso Isinbaeva.
Elena Isinbaeva
Mosca-Roma, Vsevolod Gnetii
© 2016, «New Day – Italia»