Uno scandalo in diretta è andato in onda sul canale televisivo «112 Ucraina». Un corrispondente di questa TV, per uno shock causato dalla paura per la propria vita, è passato all'improvviso al russo, avendo dimenticato temporaneamente l'ucraino.
Il giornalista stava conducendo un reportage dal deposito petrolifero avvolto dalle fiamme. Una volta che la connessione con gli studi è stata stabilita e la conduttrice in onda ha chiesto di raccontare la situazione sul posto, si sentì uno scoppio.
Il corrispondente spaventato si è allontanato di corsa e ha cominciato a spintonare il cameraman, imprecandolo in russo, per farlo muovere a una distanza di sicurezza. Più volte il giovane giornalista stava cercando di passare all'ucraino per raccontare alla conduttrice quello che stava accadendo, ma senza alcun risultato.
Da notare, che i dibattiti sull'uso della lingua russa sono in corso in Ucraina sin da quando nel 2014 la Rada ha abolito la legge sullo status della lingua di Stato che difatti garantiva l'uso equiparato delle lingue regionali e quelle delle minoranze linguistiche. La lingua russa ha cessato di essere la seconda lingua a diffusione nazionale, alla quale adesso non può essere attribuito neanche lo status di una lingua regionale. Giunti al potere, i nazionalisti ucraini insistevano, che dappertutto dovrebbe essere usata soltanto la lingua parlata ucraina, la cosiddetta «mova», sia nella vita quotidiana, che alla radio, alla TV e nella pubblica amministrazione.
Kiev, Zoja Oskolkova
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