Nella capitale cinese è scattato un allarme rosso: il livello più alto della scala d'allerta per il pericolo smog è stato raggiunto. I cittadini sono costretti ad usare le maschere antismog. A questo proposito, è diventato molto popolare il prodotto di una società canadese che «imbottiglia» l'aria delle Rocky Mountains per venderla ai cinesi.
Come scrivono i mass media britannici, la prima partita di 400 bottiglie di aria fresca è andata a ruba ed è terminata in quattro giorni. Una bottiglia contiene più o meno 8 litri di aria fresca e viene venduta a circa 13 euro.
La maggior parte degli acquirenti è composta dai residenti delle grandi città cinesi, dove le conseguenze della catastrofe ecologica si fanno sentire di più. In particolare, a Pechino sono imposte limitazioni alla circolazione di veicoli, dato che la visibilità è inferiore a 200 metri.
Va notato che all'inizio del mese di dicembre, per la prima volta nella storia delle osservazioni, la concentrazione di sostanze nocive presenti nell'aria di Pechino ha superato di 20 volte il limite consentito per legge. Gli ospedali sono sovraffollati di bambini con problemi allergici e respiratori.
Ad aggravare la situazione nella capitale è anche l'assenza di vento che impedisce un ricambio dell'aria. Così, a fine novembre, gli esperti hanno pronosticato la scomparsa di smog, ma la cortina velenosa rappresenta ancora una minaccia per la salute dei cittadini.
Pechino, Ekaterina Rudnik
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