Pubblicazioni del 05/13/16 (Archivio)

Tribunali russi espellono immigrati clandestini in cinque minuti / Negli ultimi due anni rimpatrio coatto per 500 mila immigrati irregolari, espulsi dalla Russia
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Tribunali russi espellono immigrati clandestini in cinque minuti Negli ultimi due anni rimpatrio coatto per 500 mila immigrati irregolari, espulsi dalla Russia

In Russia si registra un'impennata del numero degli immigrati irregolari espulsi dal paese. Questo fatto è dovuto all'entrata in vigore della nuova legge sul divieto d'ingresso nel paese per gli stranieri recidivi espulsi per l'infrazione delle regole d'ingresso e del soggiorno degli stranieri sul territorio della Federazione Russa. Nel periodo dal 2013 al 2015, tribunali russi hanno emesso più di 513 mila sentenze in materia di espulsioni amministrative, ordinando il rimpatrio coatto degli immigrati irregolari.

Secondo i dati più aggiornati, il numero degli immigrati in Russia sfiora 10 milioni di persone, di cui 4 millioni si trovano illegalmente sul territorio nazionale. Circa l'80% dei cittadini stranieri sono arrivati nella Federazione Russa dai paesi confinanti dell'area dell'ex Unione Sovietica (ad eccezione degli stati baltici che ormai fanno parte dell'Unione Europea) e un terzo dei migranti proviene dai paesi asiatici. La fascia d'età dei migranti è fra i 18 ed i 39 anni.

Solo il 70% degli stranieri lavora in Russia legalmente. La Rosstat (Ufficio statistico governativo) afferma che metà della manodopera straniera è concentrata a Mosca e San Pietroburgo, così come nelle regioni di Mosca e di Leningrado. Non è sorprendente, che i tribunali della capitale russa sono i leader in materia delle sentenze d'espulsione degli stranieri: nel 2015 i tribunali distrettuali di Mosca hanno emesso più di 58 mila sentenze di rimpatrio coatto dei migranti. Lo stabilisce il rapporto del comitato «Assistenza Civile» intitolato «Espulsioni amministrative dalla Russia – processi giudiziari o espulsioni di massa?».

Gli autori del rapporto richiamano l'attenzione sui numerosi casi in cui stranieri fermati per strada al momento risultavano sprovvisti dei documenti, e pertanto sono stati trascinati nei tribunali per essere sottoposti a un processo. In alcuni casi, nel corso delle udienze riuscivano a fornire al collegio giudicante la documentazione richiesta risultata in perfetta regola. Ciononostante, anche in questi casi i tribunali emettevano sentenze d'espulsione. Inoltre, mediamente l'esame di ogni singolo caso durava solo da tre a cinque minuti.

Va notato che la legge russa separa il concetto dell'espulsione amministrativa da quella del rimpatrio coatto. In entrambi i casi si tratta della rimozione di un cittadino straniero dal territorio russo tramite l'accompagnamento forzato al confine statale della Federazione Russa. Tuttavia, se il rimpatrio coatto avviene per una violazione delle norme sul permesso di soggiorno, ad esempio, per il visto scaduto, in caso di espulsione, allo straniero riconosciuto colpevole di tali infrazioni, è vietato l'ingresso in Russia per un periodo di tempo stabilito dal giudice (che varia dai 3 ai 5-10 anni). Nella maggioranza dei casi le forze dell'ordine russe fermano stranieri per un'infrazione della legge, per esempio, per l'attività lavorativa illecita, in assenza di un permesso di lavoro.

Il trasgressore deve lasciare il paese a proprie spese, gli agenti della guardia di frontiera l'accompagnano al confine del paese, facendolo salire su un volo diretto verso il paese d'origine. Tuttavia, se non ha i soldi per comprarsi il biglietto, il trasferimento oltre i confini nazionali della Federazione Russa viene effettuato a spese del bilancio federale. In questo caso il giudice può chiedere la riscossione delle spese di viaggio dal datore di lavoro, il quale ha invitato il cittadino straniero a lavorare in Russia, senza però mai metterlo in regola.

Ovviamente, gli immigrati espulsi, per vari motivi tendono a tornare in Russia, ricorrendo a vari trucchetti ed espedienti, per esempio, cambiano i documenti o le proprie generalità (ad esempio, prendendo il cognome della madre, della moglie o semplicemente facendolo riscrivere secondo l'alfabeto, diverso da quello russo, del proprio paese d'origine). Spesso la polizia di frontiera russa riesce a scoprire un tale escamotage, identificando e bloccando lo straniero su cui pende il divieto d'ingresso sul territorio russo. Inoltre, questo tipo d'infrazione rende lo straniero recidivo e punibile in base all'articolo del Codice Penale russo per il reato di «attraversamento illegale della frontiera dello stato» con la reclusione fino a 6 anni.

Prima di mandare via dal paese lo straniero irregolare, le guardie di frontiera russe hanno l'obbligo di informare i ministeri ed enti competenti degli stati di destinazione degli stranieri espulsi. Tuttavia, nel caso in cui non è possibile accertare la nazionalità del cittadino straniero, viene rimandato nel paese di partenza. Infine nel caso in cui lo stato di partenza si rifiuta di riprendersi lo straniero espulso dalla Russia, e in mancanza di un altro stato disposto ad accoglierlo, lo straniero rimane sul territorio della Federazione Russa, ma è sottoposto a determinate restrizioni amministrative di spostamenti all'interno del paese. I casi del genere però sono piuttosto rari, e ogni singolo caso viene esaminato dagli organi territoriali del Servizio Federale di Migrazione (FMS), seguendo la procedura del tutto particolare applicabile ai casi del genere.

Mosca, Ekaterina Rudnik

© 2016, «New Day – Italia»

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