Alcuni esponenti della Chiesa russa ortodossa hanno proposto di far approvare una legge che vieti di utilizzare espressioni volgari nei luoghi pubblici. Loro ritengono infatti che il miglior modo per disincentivare i russi dal dire parolacce siano le multe.
L'iniziativa è stata promossa dal capo della sezione sinodale per i rapporti esterni alla chiesa, il metropolita Ilarion di Volokolamsk. «Mi viene da pensare che, ad esempio, per l'utilizzo del turpiloquio nei luoghi pubblici le persone vadano multate, in modo da dissuaderle dal continuare a farlo. Noi non dobbiamo vituperare la nostra vita e il mondo che ci circonda con parole sconvenienti da pronunciare» ‒ ha dichiarato il sacerdote.
Il metropolita ha confessato di non aver mai detto, nei suoi 50 anni di vita, una sola parolaccia, anche nei due anni in cui ha prestato servizio nell'esercito russo. «All'inizio mi prendevano in giro per il fatto che non dicevo mai parolacce, ridevano di questo. Ma verso la fine del mio periodo di naia nessuno diceva più parolacce in mia presenza, poiché ero riuscito a far valere la mie ragioni. La cosa non fu affatto facile» ‒ ha raccontato Ilarion.
Ricordiamo che in una serie di regioni della Federazione russa è già proibito utilizzare il turpiloquio nei luoghi pubblici. In particolare il divieto è in vigore nella regione di Belgorod. Inoltre il turpiloquio può essere equiparato al teppismo di lieve entità e punito con una multa dagli 8 ai 16 euro e anche con l'arresto amministrativo fino a 15 giorni.
Nella primavera del 2014 in Russia è stata approvata la legge sul divieto di utilizzo del turpiloquio nelle opere d'arte: durante i concerti, le messe in scena teatrali, gli spettacoli ricreativi e anche le proiezioni dei film nei cinema. Per la sua violazione sono previste multe ingenti. Un anno prima era stato proibito, a livello legislativo, di utilizzare il turpiloquio nei media russi.
Mosca, Zoja Oskolkova
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