Le autorità ucraine hanno compilato una lista dei libri pubblicati in Russia e vietati per l'importazione sul territorio dell'Ucraina. L'elenco comprende 38 opere letterarie, tra cui i testi di Eduard Limonov, il quale è un oppositore sfegatato dell'attuale governo russo. Lo scrittore e giornalista scrittore Sergej Dorenko invece ha del tutto negato di essere l'autore di uno dei libri vietati da Kiev.
Il rappresentante del Comitato statale per la televisione e la radio dell'Ucraina ha dichiarato che la decisione di vietare l'importazione di questi libri è stata presa a causa della necessità di contrastare l'uso dei «metodi della guerra dell'informazione, della disinformazione e della divulgazione dell'ideologia di misantropia, fascismo, xenofobia e separatismo» da parte della Russia.
A sua volta, il ministero degli Affari Esteri russo ha risposto al divieto con i versi della commedia del drammaturgo e poeta russo Aleksandr Griboedov «Gore ot uma» («L'ingegno che guai!»). Nella citazione uno dei personaggi dice: «Per stroncare il male alla radice occorre prendere tutti i libri e bruciarli».
Nel frattempo, Sergej Dorenko, il cui libro «Donbass è una cortina di fumo per merito di Putin?» è nell'elenco dei libri vietati, si è affrettato a rifiutare la sua paternità del libro. Inoltre, secondo lui, il divieto d'importazione di libri imposto da Kiev nell'era di Internet è assolutamente assurdo.
Un'altra persona pubblica ed esponente di letteratura Eduard Limonov ha definito la decisione delle autorità ucraine una «prepotenza», poiché in un futuro prossimo potrebbe portare al divieto di altri autori, come, per esempio, il sommo poeta russo Aleksandr Puškin.
«Le autorità ucraine sono in uno stato di psicosi collettiva. È come un'epidemia psichica. Secondo loro, nel paese è avvenuta la rivoluzione nazionale, si è risvegliata la coscienza nazionale, ma in realtà sta crollando tutto. La perdita della Crimea, la perdita del Donbass. Naturalmente, devono sfogare la loro rabbia da qualche parte, e Kiev lo fa sui monumenti, sui libri» – viene citato Limonov dai mass media russi.
La stranezza del divieto imposto da Kiev del libro dello scrittore intitolato «Kiev kaput» è che Limonov in Russia è sempre stato all'opposizione al governo. Si era candidato alla carica del Presidente della Federazione Russa, ma la Commissione Elettorale non ha ammesso lo scrittore alle elezioni. Inoltre, Limonov ha scontato un periodo di reclusione in prigione, secondo la versione ufficiale, per il possesso illegale delle armi, ma gli oppositori sono certi che il loro leader è stato punito per le proprie convinzioni politiche.
All'epoca la richiesta di liberazione dello scrittore è stata firmata da 200 esponenti della cultura francese, perché Limonov possedeva la cittadinanza francese, ma è stato costretto a rinunciarvi, per poter candidarsi alle elezioni presidenziali (la legge elettorale russa non ammette alle presidenziali i soggetti con doppia cittadinanza). Ora Kiev ha trasformato Limonov... in un sostenitore di Putin! Evidentemente, è un altro, ennesimo, gesto apertamente ostile verso l'Unione Europea in generale, e Parigi in particolare, visto che è già il secondo ex cittadino francese, messo al bando dal governo ucraino insieme a Gérard Depardieu.
Kiev, Ekaterina Rudnik
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