La scrittrice sovietica e bielorussa Svetlana Aleksievič ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura. Le personalità della cultura russa hanno dichiarato che è il riconoscimento del talento russo, poiché Aleksievič scrive in lingua russa. Il presidente ucraino Petro Porošenko invece ritiene che sia riconoscimento e il merito dell'Ucraina, mentre i bielorussi, dal canto loro, hanno rimproverato alla scrittrice di essere l'ipocrita, mettendo in rilievo che Svetlana non ha mai preso come soggetto per le sue fatiche letterarie la sua patria (Bielorussia dove la scrittrice ha trascorso la maggior parte della sua vita), né ha mai scritto in lingua bielorussa come pure ucraina. Inoltre la scrittrice è accusata di aver trascorso tanti anni della sua vita all'estero e di essere tornata in patria, a Minsk, solo un paio di anni fa.
Aleksievič ha la fama internazionale per i suoi libri-reportage, tra cui scritti sulla guerra in Cecenia, sul disastro di Černobyl', sugli anni novanta e sulla Seconda Guerra Mondiale vista attraverso gli occhi delle donne. Come dice la scrittrice stessa, «ho scelto un genere in cui le voci umane parlano per se stesse...». «Vedo e ascolto i miei libri in strada. Stando dietro alla finestra. In essi le persone reali raccontano dei principali eventi del loro tempo: la guerra, il crollo dell'impero socialista, Černobyl', e tutti insieme, attraverso la parola, trasmettono frammenti della storia del paese, la storia di tutti noi, antica e moderna. E ognuno va mormorando delle vicende del proprio piccolo destino di un essere umano».
Svetlana Aleksievic, la foto tratta dal sito ufficiale della scrittrice
Aleksievič ha una biografia del tutto particolare, si potrebbe anche dire «da Nobel». È la perfetta cittadina del mondo. Svetlana Aleksievič è riconosciuta in Europa, forse più che tra il pubblico russofono. I suoi libri sono stati tradotti in 35 lingue, usati come sceneggiature per 24 film, di cui due con le nomination per Oscar. Inoltre ci sono state numerose rappresentazioni teatrali, basate sui suoi scritti, e monografie dedicate alla sua attività letteraria. La tiratura complessiva dei suoi libri tradotti è di milioni di copie.
Aleksievič è nata in una famiglia bielorusso-ucraina in Ucraina. Dopo il congedo del padre dall'Armata Rossa, la famiglia ritornò nella nativa Bielorussia. Nell'età adulta la scrittrice ha vissuto a lungo in Italia, Germania, Francia, Svezia. Due anni fa è tornata a vivere a Minsk.
Svetlana Aleksievi&269;, Premio Internazionale Grosso dOro Veneziano 2014
In Bielorussia Aleksievič ha una reputazione ambigua. Le case editrici statali bielorusse fino a polo tempo fa non pubblicavano i libri della scrittrice. Aleksievič è diventata famosa solo negli anni novanta, quando sui mass media è esplosa la polemica in seguito alla reazione fortemente negativa dei reduci sovietici dell'Aghanistan riguardante il libro di Aleksievič «Ragazzi di zinco». La scrittrice era accusata di falso ideologico, del vilipendio dei caduti e perfino della «necrofilia». I maldisposti sottolineavano «l'opportunismo» delle sue opere ed «eccessi del periodo della perestrojka».
Anche ora non tutti i colleghi scrittori di Aleksievič sono stati unanimi nel fatto che il premio sia stato assegnato in base al merito. Il famoso scrittore russo, con doppia cittadinanza russa e francese, Eduard Limonov, ha definito la scrittrice bielorussa «casalinga erbivora» e «madre pietosa», affermando che il premio Nobel, a suo parere, già da tempo «ha perso la spina dorsale» e somiglia sempre di più al concorso «Miss Universo». «L'unico libro della scrittrice che ha suscitato qualche emozione e risveglio della coscienza nella società è «Ragazzi di zinco». Ciò è stato però alla fine degli anni ottanta, e il libro è obsoleto. Bunin, Pasternak, Šolochov, Solženicyn sono gli scrittori che, secondo Limonov, alimentavano le passioni dei lettori. Già quando il premio è stato assegnato a Iosif Brodsky, non c'era alcun battage intorno» – ha detto Limonov.
Tuttavia, non solo lui la pensa così. Alcuni scrittori moderni credono che il Premio Nobel per la Letteratura nel corso degli anni è diventato completamente politicizzato. Questo premio non viene più assegnato per l'estetica, per il nuovo linguaggio, per nuovi soggetti, per un nuovo contributo all'attività letteraria. Viene assegnato invece per la posizione politica e ideologica dell'autore, e proprio ora, quando Aleksievič è intervenuta a favore dell'Ucraina nel suo confronto con la Russia, sullo sfondo degli umori russofobi prevalenti nei paesi occidentali, è diventata improvvisamente degna del premio. Pur essendo stata nominata e proposta più volte per il premio letterario più ambito da molti, solo ora le sarebbe stato assegnato per calcolo e opportunità politica.
Svetlana Aleksievič è la vincitrice del Premio Nobel per la letteratura 2015
Anche gli allibratori non avevano dubbi che quest'anno proprio Aleksievič è stata prescelta con un largo anticipo dal Comitato Nobel. Sui siti web di scommesse, le quotazioni di Svetlana di vincere il principale premio letterario del mondo erano stimate 1 a 5. Le quotazioni del famoso americano Philip Roth erano stimate 1 a 40, e del famoso poeta russo degli anni '60 Yevgeny Yevtushenko – 1 a 50.
Va notato che le prime congratulazioni ufficiali a Aleksievič sono pervenute dai funzionari russi, e non da quelli bielorussi. Inoltre, la prima lettera con le congratulazioni da Minsk è arrivata dal Ministero degli Esteri della Repubblica di Belarus, non dal Ministero della Cultura. Solo verso la notte dell'8 ottobre il presidente della Repubblica ha ritenuto necessario e opportuno di cavalcare la notizia, inviando il suo messaggio di congratulazioni: «Le Sue opere letterarie non hanno lasciato indifferenti né bielorussi, né lettori di tutto il mondo».
Nel frattempo, il presidente dell'Ucraina Petro Porošenko ha attribuito la ragione del successo di Aleksievič al trionfo della nazione ucraina. «Svetlana Aleksievič, nativa di Ivano-Frankivsk, ha vinto il Nobel 2015 per la Letteratura. Ovunque noi siamo, a prescindere dalla lingua che parliamo e scriviamo, rimaniamo sempre ucraini eminenti» – ha scritto il leader ucraino sulla sua pagina ufficiale sul social network.
La scrittrice stessa dice di aver atteso l'assegnazione del premio Nobel almeno da due anni, e, ciononostante, la notizia è stata una vera e propria sorpresa anche per lei. Tuttavia, Svetlana sa già come spendere la parte monetaria del premio, che ammonta a quasi un milione di dollari. «Sa, a Minsk ci sono molte persone che hanno qualche milione di dollari, – dice Aleksievič in una recente intervista. – Perchè proprio il mio milione ha suscitato un particolare interesse di tutti (ride)? Compro con i soldi solo la libertà, ci metto sempre tanto per scrivere i miei libri, dai 5 ai 10 anni, potete immaginare quanti soldi ci vogliono per questo? Per vivere 10 anni: viaggiare, incontrare la gente, specialisti, esperti di informatica. Si tratta di una bella somma! E sono molto contenta che ora ho dei soldi per comprarmi la libertà. Adesso mi metterò al lavoro e non penserò più a come trovare i soldi per scrivere con calma».
Minsk, Ekaterina Rudnik
© 2015, «New Day – Italia»