Il governo della Federazione Russa è in procinto di introdurre nuove riforme relative all'assemblaggio delle automobili in Russia. Le aziende automobilistiche internazionali dovranno stimolare lo sviluppo della localizzazione della produzione sul territorio del paese, vincolando la concessione di agevolazioni e indennizzi alla collaborazione con i produttori russi.
Al momento l'80% delle macchine straniere vendute in Russia viene prodotto sul territorio nazionale, tuttavia la percentuale della componentistica russa di queste automobili è di regola piuttosto bassa. Gli accordi correnti per l'assemblaggio industriale sono stati sottoscritti in due fasi a partire dal 2005. La prima fase dell'assemblaggio industriale (detta anche in linguaggio comune «assemblaggio del cacciavite») prevedeva la costruzione di uno stabilimento per la produzione di non meno di 25.000 automobili all'anno, con un livello di localizzazione di tali aziende non inferiore al 30%. La seconda e più complessa fase era invece caratterizzata dalla creazione di conglomerati automobilistici per la costruzione di centri tecnico-scientifici, stabilimenti per la produzione di motori e trasmissioni e anche per raggiungere una capacità di produzione di 300-350 mila macchine all'anno, con un livello di localizzazione di tali fabbriche non inferiore al 60%.
Per stimolare le aziende automobilistiche a sviluppare la produzione sul territorio russo il governo ha introdotto alcune modalità di incentivi. In particolare, la riduzione dei dazi doganali (fino a 0-5%) sull'importazione di kit per auto e di componenti, i sovvenzionamenti sull'export e diversi programmi di stimolo alle vendite, tra cui il recupero di vecchie auto, finanziamenti agevolati, trade in.
Da parte sua la Russia entro il 2020, in quanto membro dell'OMC (Organizzazione mondiale del commercio), è tenuta ad abbassare i dazi doganali e a smettere di sostenere artificiosamente la propria industria automobilistica ‒ che erano poi le condizioni per l'ammissione nell'OMC, scrive il portale russo Life. Proprio in previsione di quella data, il governo della Federazione Russa sta approntando il nuovo programma mirato a tutelare le aziende automobilistiche che investono in Russia dagli importatori, i quali, con tutta evidenza, faranno aumentare bruscamente l'esportazione sottocosto dopo l'abolizione delle barriere doganali.
Le autorità russe sono intenzionate a vincolare più severamente le agevolazioni per le aziende automobilistiche al livello di utilizzo della produzione dei fornitori russi. In questo modo le compagnie straniere che hanno creato una produzione più ingente in Russia potranno contare su finanziamenti statali diretti.
Il fatto è che una serie di stabilimenti automobilistici stranieri non hanno adempiuto agli impegni sulla localizzazione a causa della caduta del rublo. La componente valutaria è risultata così importante tanto che le compagnie automobilistiche già l'anno scorso di fatto hanno dovuto rinunciare a tutte le agevolazioni per l'assemblaggio industriale. Le autorità hanno deciso di prorogare le agevolazioni per non bloccare la forte crescita dei prezzi di vendita delle automobili.
Il nuovo modello di assemblaggio industriale prevede un rigido vincolo del calcolo della localizzazione in rapporto alla quantità dei componenti di produzione russa, espressi nell'equivalente in rubli, ed è inoltre previsto un apposito coefficiente per il livellamento delle oscillazioni del corso della valuta russa. Questo riguarderà sia il costo dell'automobile finita sia quello dei singoli componenti di produzione russa forniti alle fabbriche. Gli esperti sono convinti che questo «nuovo assemblaggio industriale» stimolerà le aziende automobilistiche a una nuova fase di localizzazione.
Mosca, Ekaterina Rudnik
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