Pure la Cina è scesa in campo nella corsa geopolitica per la «conquista» del passaggio a nord-est. Nei cantieri navali della Repubblica popolare cinese nei giorni scorsi è iniziata la costruzione della prima rompighiaccio cinese della storia.
I media cinesi riportano che la costruzione della nave per l'Artico è affidata alla compagnia Jiangnan Shipyard Co. Il varo dell'imbarcazione è previsto nel 2019. La rompighiaccio avrà una stazza di quasi 14 mila tonnellate, una lunghezza di 123 metri e una larghezza di 22 metri, con un'autonomia di navigazione di 37 mila km.
Attualmente la Repubblica popolare cinese dispone di un'unica rompighiaccio, la nave di ricerca scientifica «Xue Long». Essa è stata costruita nel 1993 nei cantieri navali di Cherson, in Ucraina, e venduta alla Cina nel 1994.
Il passaggio a nord-est è la rotta marittima più breve tra la parte europea della Russia e l'Estremo Oriente. La sua lunghezza è di circa 15.000 km, vale a dire di quasi 4.500 km più breve della rotta che attraversa il canale di Suez. Tenendo conto del riscaldamento globale, nelle acque dell'Artico rispetto agli scorsi decenni oggi sta sensibilmente diminuendo il ghiaccio e il volume dei trasporti navali lungo il passaggio a nord-est è in continuo aumento.
Il passaggio a nord-est, in passato appannaggio esclusivo dei russi, oggi viene sempre più battuto anche dagli stranieri, e soprattutto dai cinesi. La prima rompighiaccio cinese è passata lungo questa rotta nel 2012. Tuttavia il passaggio a nord-est può essere percorso solamente per cinque mesi all'anno e vanno inoltre tenute in conto spese supplementari per le operazioni di spaccatura del ghiaccio.
Oltre alla Cina, ai trasporti navali lungo il passaggio a nord-est si sono interessati Giappone, Corea, Malesia e Tailandia. Secondo gli ammiragli russi, le azioni di questi stati stanno assumendo «un carattere sistematico e di coalizione».
A causa del riscaldamento globale, provocato da fenomeni climatici naturali e dall'azione dell'uomo sui processi atmosferici (gli effetti di ciascuno di questi fattori gli scienziati li valutano in maniera diversa), nel periodo dagli anni Settanta all'inizio del 2008 la superficie dei ghiacci permanenti si è quasi dimezzata, la temperatura media annuale nell'Artico s'è alzata di due gradi. Secondo le stime di alcuni esperti stranieri, l'Oceano polare artico potrebbe essere libero dai ghiacci già entro il 2019.
Pechino, Aleksej Usov
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