Pubblicazioni del 09/02/16 (Archivio)

In Cina preso un maniaco che ha fatto a pezzi 11 donne / L'assassino andava a caccia di signore vestite di rosso
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In Cina preso un maniaco che ha fatto a pezzi 11 donne L'assassino andava a caccia di signore vestite di rosso

I poliziotti cinesi hanno arrestato un uomo che è riuscito a sfuggire alla giustizia per ben 28 anni. La stampa locale ha definito il criminale nientemeno che «Jack lo Squartatore cinese» per la speciale efferatezza che riservava alle sue vittime.

L'assassino, che tanto a lungo non si è potuto identificare, è risultato essere un uomo di 52 anni, padre di due figli. Egli ha confessato di aver ucciso e violentato 11 donne, tra cui una bambina di 8 anni, nel periodo tra il 1998 e il 2002. Le sue malefatte il maniaco le ha compiute nel Nord della Cina.

La prima vittima dell'assassino venne ritrovata nel maggio del 1988; sul cadavere di una ragazza di 23 anni i criminologi rilevarono 26 ferite. Come si è chiarito in seguito, il bruto andava a caccia per lo più di giovani donne vestite di rosso. Egli le seguiva mentre tornavano a casa, le violentava e le uccideva, di regola sgozzandole. L'assassino faceva poi scempio dei corpi delle vittime, tagliuzzandone gli organi sessuali.

Nella città di Baiyin, dove il criminale è stato arrestato, ha fatto in tempo a compiere nove assassinii, le notizie dei quali avevano seminato il panico, tanto che le donne avevano paura ad uscire di casa senza essere accompagnate da amici o parenti. Nel dicembre del 2004 la polizia aveva annunciato una taglia di 30.000 euro per chi avesse fornito informazioni sul criminale.

Gli inquirenti sono riusciti a raccogliere campioni di sperma e di DNA, le impronte digitali e quelle dei piedi del sospettato. I detective hanno poi dedotto che l'assassino fosse una persona chiusa e poco socievole, ma perseverante, e che fosse un pervertito sessuale e che avesse in odio le donne.

Allora i criminologi hanno cominciato a confrontare il materiale biologico a disposizione con i dati degli uomini residenti in quella provincia. La scorsa primavera sono riusciti a stabilire che i campioni di DNA corrispondevano con le analisi fatte a un droghiere, padre di due figli. L'assassino era riuscito tanto a lungo a sfuggire alla polizia perché viveva in un'altra città. In precedenza veniva a Baiyin per le sue incursioni, ma dopo il 2002 ha piantato le tende e ha smesso di uccidere. In tutto questo tempo ha sempre evitato di rilasciare le impronte digitali per paura che lo acciuffassero.

Pechino, Zoja Oskolkova

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