Dopo essere stato eletto presidente del paese, l'oligarca ucraino Petr Poroshenko non ha rinunciato a fare affari in Russia. Nonostante la sue filippiche antirusse, le fabbriche di cioccolatini di proprietà del leader ucraino continuano a fare affari d'oro, mentre l'Ucraina sta sprofondando, avvicinandosi precipitosamente verso il default. Tuttavia per assicurarsi l'anonimato Poroshenko sposta la gestione delle sue numerose proprietà all'estero nelle zone offshore. Dal canto loro, gli organismi giudiziari russi non hanno perso le speranze di smascherare il politico ucraino. Cosicché negli ultimi giorni è stata aperta un'inchiesta penale per frode fiscale per l'ammontare di circa 3 milioni di euro a carico dei dirigenti della fabbrica di cioccolata «Roshen», il cui proprietario è Petr Poroshenko.
Petr Poroshenko
In palese violazione delle leggi ucraine, dopo la vittoria elettorale alle presidenziali Poroshenko non ha rinunciato alla gestione delle sue proprietà. Anche se nel corso della campagna elettorale il presidente in carica avesse promesso di vendere la sua fabbrica di cioccolata situata nella città russa di Lipetzk, lui tuttora risulta titolare di questa azienda. Il deputato della Verkhovna Rada (Parlamento ucraino) Oleg Lyashko, divenuto protagonista dello scandalo gay un paio di settimane fa, ha dichiarato che finora non è stata venduta nemmeno una sola azione di «Roshen» e risulta che il presidente ucraino è il più influente oligarca del paese che ha concentrato nelle sue mani il potere quasi assoluto.
L'anno scorso è stato diffuso un comunicato secondo il quale della vendita delle attività commerciali si occupano le strutture del ramo europeo dei banchieri Rothschild. Lo scorso dicembre il presidente ucraino ha dichiarato che «durante la guerra nel paese non arrivano investimenti, nessuno compra alcunché e non si vende niente». Poi il leader ucraino è andato oltre, accusando Mosca di ostacolare in tutti i modi le transazioni per la vendita delle attività commerciali russe riconducibili a Poroshenko. E' curioso che soltanto un anno fa, in un'intervista concessa alla rivista statunitense Forbes, il presidente-oligarca (oppure l'oligarca-presidente) ha dichiarato: «Patria, «Roshen» e i principi non sono in vendita».
Il business dolciario del presidente ucraino porta ottimi profitti. Nell'anno 2014 il profitto netto della società «Roshen» ammontava a 13,6 milioni di dollari, in gran parte guadagnati dalla fabbrica di cioccolata situata nella città russa di Liupetzk. Inoltre sono stati aperti 19 nuovi negozi specializzati del marchio «Roshen». Anche le esportazioni delle industrie dolciarie ucraine di proprietà di Poroshenko sono prevalentemente indirizzate verso la Russia, il paese definito da Kiev uno stato-aggressore.
Poroshenko non trae i profitti soltanto dai cioccolatini. Una cospicua parte dei suoi guadagni l'oligarca ucraino trae dalla cooperazione con i suoi soci minoritari in affari. Si tratta di un gruppo societario ucraino «Bogdan», il quale include le concessionarie auto «AutoReal» che vende sul mercato russo le auto di fabbricazione cinese JAC. Secondo i dati diffusi dal mass media ucraino Insider, il presidente Poroshenko detiene una quota societaria nel «Bogdan», il cui proprietario è Oleg Svinarchuk, capo della Commissione interdipartimentale per la politica di cooperazione tecnico-militare e controllo sulle esportazioni dell'Ucraina. Recentemente Svinarchuk (traducibile in italiano come «porcaro») ha cambiato il suo cognome, diventando Gladkovskij. La struttura è molto intricata, mentre una cospicua parte del suo capitale è detenuta negli offshore cipriote.
Il gruppo industriale ISTA di Dnepropetrovsk, che forniva le batterie per le auto Logan e Sandero, fabbricati nell'azienda automobilistica russa «AutoVAZ» a Togliattigrad, è di proprietà dello stesso Gladkovskij e del gruppo finanziario panamense offshore Ukrprominvest Holding Ltd. E' degno di nota che fino al 2012 il principale gruppo finanziario-industriale di Poroshenko si chiamava «Ukrprominvest», mentre le sue ufficiali filiali dell'impero presidenziale tuttora hanno un simile nome. C'è da aggiungere che la società «Krahmaloproducty» (produce amido e merci a base di amido), che fino allo scorso agosto era di proprietà del gruppo agroindustriale «Ukrpominvest-Agro» è stata pure trasferito in un offshore cipriota, cambiando la sede legale, trasferendosi ufficialmente da Kiev in Cipro.
C'è da far notare che oltre all'oligarca nella poltrona presidenziale (la rivista statunitense Forbes stima il patrimonio di Poroshenko allo stato attuale in 750 milioni di dollari) ci sono altre persone benestanti a regnare in Ucraina. Cosicché il alla guida del Ministero dell'Interno è Arsen Avakov, posizionato al 118-esimo posto nella classifica degli uomini d'affari più ricchi dell'Ucraina, il cui patrimonio personale è stimato in 98,9 milioni di dollari. Avakov, definito anche il principale «controllore-reggente» del gruppo finanziario-industriale Investor, già nel 2008 era posizionato al 67-esimo posto nella classifica dei paperoni e il suo patrimonio personale allora aera stimato in 385 milioni di dollari. Il gruppo finanziario-industriale Investor coordina l'attività di circa 40 aziende in diversi settori dell'economia.
Arsen Avakov
Il plurititolato atleta Vitalij Klichko, l'attuale sindaco di Kiev, noto per le sue proverbiali locuzioni di carattere logopatico, subito diventando virali e generando migliaia di commenti caustici tra internauti, e per questo spesso e volentieri preso in giro da giornalisti e suoi stessi semplici concittadini, pure non è uno straccione. Nel 2011, ad esempio, Vitalij si era rifiutato di rendere pubblica la sua dichiarazione dei redditi, mentre quella per l'anno 2012 riporta che soltanto al di fuori dei confini ucraini, il primo cittadino di Kiev ha guadagnato 5 milioni di dollari. Inoltre l'ex pugile gestisce alcune attività commerciali a Kiev. E' di proprietà dei fratelli Klichko l'hotel «11 zerkal» («11 specchi»), una stanza più economica nel quale costa 195 euro, e quella più costosa 455 euro a pernotto.
Vitalij Klichko
Il primo ministro ucraino Arsenij Yatseniuk, il cui patrimonio personale è stimato in milioni di dollari, è una terra incognita tra i detentori delle redini del potere in Ucraina. Secondo le sue affermazioni, sui suoi conti correnti personali in Ucraina sono depositati circa 100 mila euro, ma il politico tiene la bocca cucita sui suoi beni e averi all'estero.
Arsenij Yatseniuk
Fonte: «Argomenti e fatti»
Kiev, Vsevolod Gnetii
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