Il Parlamento ucraino vota per una sospensione degli obblighi internazionali di tutela dei diritti umani. Con 249 voti rispetto ai 226 richiesti, la Verkhovna Rada ha confermato la possibilità di sottrarsi, nella zona di operazione militare nel Donbass, al rispetto di una serie di articoli del «Patto internazionale sui diritti civili e politici» e della «Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo».
I deputati del Parlamento ucraino hanno giustificato questa decisione con la presunta aggressione armata da parte della Russia: «Data l'impossibilità di garantire il pieno rispetto dei diritti umani <...> nella zona delle operazioni militari antiterrorismo, in concomitanza con la necessità oggettiva di adottare misure per respingere l'aggressione armata della Federazione Russa, l'Ucraina ritiene opportuno un recesso temporaneo dai suoi obblighi», recita la relazione allegata al documento.
A questo punto, il Ministero degli Esteri ucraino è tenuto ad informare il segretario generale dell'Onu ed il presidente del Consiglio europeo sulla decisione presa.
La Verkhovna Rada, contravvenendo alle norme del «Patto internazionale sui diritti civili e politici», in precedenza aveva autorizzato l'arresto per un periodo anche superiore a 72 ore di soggetti presumibilmente coinvolti in atti di terrorismo proprio nella zona delle operazioni militari.
E la legge «Sul regime speciale nelle situazioni di emergenza o nella zona delle operazioni militari antiterrorismo", prevede il passaggio dei poteri dei magistrati preposti alle indagini ai pubblici ministeri, che non rientra nell'ambito dell'applicazione del diritto internazionale.
I leader delle repubbliche autoproclamate nel Sud-Est dell'Ucraina hanno duramente criticato la decisione, accusando i deputati di incompetenza a causa della deroga dai fondamentali principi dei diritti umani.
Secondo il presidente del consiglio di amministrazione del «Centro per le libertà civili», Alexandra Matviychuk, così facendo, i membri del Parlamento ucraino mirano a mettersi al riparo da possibili richieste di risarcimento collegate alla restrizione di una serie di diritti civili nella zona di conflitto. «Così, il Parlamento ucraino sta cercando di legittimare agli occhi del Consiglio Europeo una serie intera di leggi adottati nell'estate dell'anno scorso, contro le quali hanno puntato il dito le organizzazioni per i diritti umani», ha sottolineato Matviychuk.
Occorre ricordare che, nel corso del conflitto armato nel Sud-Est dell'Ucraina, la Russia ha più volte dichiarato di non aver inviato i soldati nella zona interessata dalle operazioni militari e non ha inviato armi alle milizie indipendentiste. Tuttavia il governo di Kiev, pur non avendo alcuna prova della presenza dell'esercito russo nel Donbass, continua a sostenere che il conflitto è stato scatenato ed è alimentato da Mosca.
Kiev, Zoja Oskolkova
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