Nella capitale dell'Ucraina durante lo scorso week-end ci sono di nuovo stati dei disordini: alcuni manifestanti hanno annunciato una nuova «Majdan». I nazionalisti hanno bloccato l'accesso all'amministrazione del governo ucraino e hanno reclamato le dimissioni del presidente Petro Porošenko.
La situazione in piazza Indipendenza a Kiev non fa che arroventarsi minuto dopo minuto: i sostenitori dell'Organizzazione dei nazionalisti ucraini (OUN, vietata per legge in Russia), che inizialmente avevano organizzato una marcia «pacifica», hanno annunciato l'inizio di una nuova rivoluzione. A Majdan, sul posto della manifestazione, stanno già portando copertoni, legna e anche tende. Dei testimoni hanno riferito che i manifestanti stanno accendendo dei fuochi e si sentono gli scoppi di granate stordenti.
La protesta è capeggiata dal membro dell'organizzazione radicale OUN Nikolaj Kochanovskij, dal deputato e leader del battaglione «Donbass» Semën Semenčenko, dal deputato della Rada suprema (il parlamento ucraino) Egor Sobolev e da altri eroi di «Euromajdan». Tutti loro invitano a rafforzare il blocco del Donbass, a troncare ogni rapporto con la Russia e a costituire senza indugi battaglioni volontari da mandare immediatamente in aiuto a coloro che stanno bloccando le linee ferroviarie che portano non soltanto nel sud-est dell'Ucraina ma anche in Russia.
I manifestanti hanno bloccato anche l'accesso all'amministrazione del presidente dell'Ucraina Petro Porošenko, chiedendone le dimissioni. Semenčenko ha annunciato che nella piazza stanno già affluendo nuovi manifestanti con le tende.
In precedenza i radicali avevano effettuato delle incursioni negli uffici della compagnia energetica nazionale «Ukrenergo» e dell'oligarca Rinat Achmetov, invitando a incendiare l'edificio del businessman insieme alle persone che c'erano dentro.
Il blocco di tre settimane del Donbass ha provocato un forte deficit di carbone in Ucraina, con la conseguenza che alcuni giorni fa nel paese è stato introdotto lo stato d'emergenza nel settore energetico. A causa del deficit di carbone il distacco a rotazione dell'energia elettrica ha riguardato alcune regioni dell'Ucraina.
Ricordiamo che le proteste di massa di diversi mesi nella capitale dell'Ucraina iniziarono nell'ottobre del 2013 in risposta alla sospensione da parte del governo ucraino della fase di preparazione alla firma dell'accordo di associazione tra l'Ucraina e L'Unione europea. In conseguenza il presidente Viktor Janukovič fu costretto a fuggire dal paese e nel sud-est dell'Ucraina scoppiò un conflitto. Gli eventi di quei giorni vengono oggi chiamati «Euromajdan».
Kiev, Anastasija Zuk
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