L'Ucraina propone di abolire il formato di Normandia per le trattative sulla situazione nel Donbass e di passare a un altro, quello di Budapest. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri dell'Ucraina Pavel Klimkin dopo un incontro con il segretario di stato degli USA Rex Tillerson.
Il nuovo formato prevede la partecipazione delle parti che nel 1994 a Budapest sottoscrissero il memorandum sull'adesione dell'Ucraina al Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari e la rinuncia agli arsenali atomici dell'ex URSS che allora si trovavano nel territorio ucraino. Il documento fu sottoscritto da tre paesi: USA, Gran Bretagna e Russia. Tra le altre cose, il documento garantiva all'Ucraina l'integrità e la sovranità territoriale.
Secondo Pavel Klimkin, per passare al formato di Budapest Kiev ha bisogno dell'appoggio degli USA. Proprio gli Stati Uniti «dovrebbero giocare un ruolo chiave nelle trattative sul Donbass e sulla Crimea» – ha sottolineato il ministro.
Il nuovo formato proposto da Kiev attira subito l'attenzione perché di fatto esclude dalle trattative l'Unione europea: la Gran Bretagna infatti, anche se formalmente ne è ancora parte, presto ne uscirà.
Secondo gli esperti, la nuova ripartizione delle forze al tavolo delle trattative metterebbe in dubbio le sanzioni antirusse, sulla cui protrazione insistono la Germania e la Francia. Allo stesso tempo gli USA si stanno sempre più allontanando dall'Europa e il nuovo presidente Donald Trump è propenso a dialogare con la Russia e pronto a fare delle concessioni in cambio del consenso del Cremlino su questioni per lui più importanti come ad esempio la lotta mondiale al terrorismo.
L'edizione «DW» riferisce che gli esiti dell'incontro con la delegazione ucraina sono stati commentati con molta prudenza dal Dipartimento di stato degli USA. I rappresentanti dell'ente hanno comunicato di aver affrontato con Klimkin «questioni interne» e hanno espresso la loro preoccupazione sul rispetto degli accordi di Minsk.
A sua volta il ministro degli Esteri della Federazione russa Sergej Lavrov nei giorni scorsi ha dichiarato di trovare «assai e assai utile» il coinvolgimento della parte americana in tale questione. Tra l'altro, la stessa identica posizione è stata espressa dal ministro degli Esteri della Germania Sigmar Gabriel.
Da notare che il tema del Memorandum di Budapest non è la prima volta che viene sollevato dall'Ucraina. Nel febbraio dello scorso anno, ad esempio, la politica ucraina Julija Timošenko aveva menzionato quel documento per suffragare l'appello all'élite americana di fornire al paese «armamenti difensivi» per poter adempiere alle garanzie del memorandum.
Un mese prima il viceministro degli Esteri dell'Ucraina Elena Zerkal' aveva dichiarato che la Russia, annettendosi la Crimea, aveva violato il memorandum di Budapest. E aveva preteso che Kiev dovesse essere invitata a qualunque trattativa tra USA e Russia riguardante la questione ucraina.
In ogni caso lo status giuridico di quel documento rimane a tutt'oggi oggetto di discussioni: se da una parte è vero che è stato sottoscritto dai presidenti di Ucraina, Russia, USA e Gran Bretagna, dall'altra è anche vero che il memorandum non è poi stato ratificato dal nessuno di questi paesi.
Kiev, Zoja Oskolkova
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