Il primo vice premier della Bielorussia, Vladimir Semashko, ha proposto di trovare un «pappone» per facilitare il collegamento tra la scienza e l'industria. Secondo il membro altolocato del governo bielorusso, in questo modo è possibile superare la crisi nel paese.
Come riportano mass media bielorussi, Semashko ha proposto di costituire sulla base del Comitato per la Scienza e la Tecnologia una società commerciale, che sarà un «anello di connessione tra la scienza e l'industria», difatti equiparandola a un «magnaccia». Il politico, inoltre, pensa che in questa organizzazione devono lavorare persone attive, il cui lavoro deve essere ben pagato. «Se hanno ottenuto il risultato, devono diventare ricchi legalmente», – ha concluso Semashko.
Secondo la logica del ministro, agli industriali bielorussi, che agiscono come «clienti», manca il rendimento da parte degli scienziati bielorussi. Questi ultimi hanno bisogno dei servizi di un mediatore, il quale per un compenso orienterebbe la loro attività sul campo pratico. Così, gli scienziati, per l'affermazione del funzionario governativo altolocato bielorusso, si sono trasformati in prostitute.
La proposta del ministro ha suscitato una bufera di polemiche in rete. I blogger bielorussi hanno subito ricordato al governo che i giovani scienziati dotati di talento non trovano lavoro nel paese, mentre vengono spesso e volentieri assunti nei centri di ricerca internazionali. «Macché pappone! Se al potere ci sono agricoltori di stampo sovietico, non aiuteranno né papponi né la scienza, e non si puo combinare niente di buono», – così gli utenti di rete indignati hanno commentato il discorso di Semashko.
Minsk, Zoja Oskolkova
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