La Federazione russa ha ripreso il processo di liquidazione delle sostanze intossicanti. Ne ha dato notizia ai giornalisti il capo della Direzione federale per lo stoccaggio sicuro e la distruzione delle armi chimiche, il colonnello generale Valerij Kapašin.
Il 12 gennaio 2017 è ripreso il processo di distruzione delle sostanze intossicanti belliche nell'ultimo impianto nel villaggio di Kizner, nella Repubblica di Udmurtia. Ora nel paese è già stato distrutto il 96,4% delle armi chimiche, vale a dire 38.528 tonnellate di sostanze intossicanti. Sei dei sette impianti di distruzione delle armi chimiche hanno portato a termine le loro missioni.
Le sostanze chimiche (1.438 tonnellate) sono rimaste soltanto all'impianto «Kizner», entrato in funzione per ultimo e che ha operato nel complesso per tre anni. Anche in esso è già stato distrutto il 75% delle armi chimiche che vi erano conservate.
Ricordiamo che la Russia ha sottoscritto la Convenzione sulle armi chimiche del 1997, dichiarando di possedere 40 mila tonnellate di sostanze intossicanti. Alla fine del 2014 in Russia era stato distrutto l'84,7% di tutte le riserve di armi chimiche, e alla fine del 2015 tale indicatore è salito al 91,2%. In tutto sono state distrutte 36,5 mila tonnellate di sostanze intossicanti.
Quando saranno conclusi tutti i programmi di disarmo chimico, tutti gli impianti di distruzione verranno dismessi, i materiali da costruzione verranno sottoposti a un trattamento termico e i terreni circostanti verranno bonificati, indipendentemente dal fatto che si trovassero a contatto con le sostanze intossicanti o meno.
Mosca, Zoja Oskolkova
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