In Tagikistan ha ufficialmente preso il via la costruzione della diga della centrale idroelettrica di Rogun. Alla cerimonia di avvio ai lavori è intervenuto il presidente del paese Emomali Rahmon, che per un'ora e mezzo al volante di un bulldozer ha gettato sabbia nell'alveo del fiume Vachš, per modificarne il corso e creare il bacino idrico artificiale.
«Assumendomene la piena responsabilità, io dichiaro che noi, proseguendo la buona tradizione dei nostri avi, mai e in nessun modo lasceremo i nostri vicini senz'acqua» ‒ ha dichiarato il leader tagiko nel suo intervento alla cerimonia. Il capo del Tagikistan ha inoltre assicurato che l'impianto permetterà di garantire l'irrigazione delle terre coltivate nei paesi del basso corso del fiume.
Se il progetto andrà in porto, la diga sarà la più alta del mondo (335 metri). Il governo del Tagikistan aveva in precedenza firmato un accordo quadro per la costruzione della centrale idroelettrica di Rogun con l'impresa italiana Salini Impregilo S.p.A. per 3,9 miliardi di dollari. La messa in funzione delle prime due turbine è prevista già per la seconda metà del 2018. La costruzione della diga era in realtà iniziata nel 1987 ma in seguito alla disgregazione dell'URSS il progetto venne congelato.
Decisamente contrario alla costruzione della diga è invece il vicino Uzbekistan, il cui governo è preoccupato tanto dell'erezione della diga in una zona sismica, che mette a rischio la sicurezza degli abitanti dal basso corso del fiume Amudar'ja, quanto del fatto che la creazione del bacino idrico artificiale può causare l'insufficienza d'acqua per l'irrigazione.
Dušanbe, Zoja Oskolkova
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