La crisi economica in corso in Russia ha rivitalizzato la prostituzione, sia professionale, sia occasionale e amatoriale. Negli ultimi due anni il mercato della prostituzione professionale è cresciuto del 20%, mentre di quella occasionale e amatoriale è salito al 35% della fetta del mercato. Secondo i dati ufficiali, nelle prestazioni sessuali a pagamento è coinvolto circa 1 milione di persone. Nello stesso tempo è praticamente impossibile provare dal punto di vista giuridico che le prestazioni sessuali sono offerte, e consumate, a pagamento.
Sempre più donne e uomini in Russia sono coinvolti e assorbiti dal mercato del sesso. Spesso spuntano nuovi tipi di attività collegate alle prestazioni sessuali a pagamento come, ad esempio, la prostituzione a baratto. Nei social network, nelle chat, sui siti di incontri si diffondono gli annunci di questo tipo: ragazze si vendono per il cibo, per un iPhone, per gadget elettronici di diversi generi, o semplicemente per un sostegno materiale.
Inoltre la Russia attira come calamita le prostitute da tutte le periferie dell'ex Unione Sovietica. Un grande flusso si mantiene stabilmente dall'Ucraina, anche se dagli altri stati-membri della CSI si è ridotto leggermente a causa della svalutazione del rublo. Le lavoratrici del sesso inviano i loro guadagni in patria e per questo il loro reddito in dollari è diminuito rispetto agli anni precedenti.
L'Associazione dei lavoratori del sesso «Rosa d'argento» conferma l'aumento degli iscritti. L'ufficio stampa dell'organizzazione non-governativa ha diffuso un comunicato, avvalorando la tendenza in corso dal 2014, secondo la quale si evidenzia il coinvolgimento degli uomini e delle donne nella prostituzione a causa della perdita di lavoro. E' cambiata anche la dinamica generazionale: licenziamenti riguardano le persone di 35-40 anni e più anziani, che trovano particolarmente difficile la ricollocazione, dedicandosi alla prostituzione. Qualsiasi crisi, qualsiasi capovolgimento, la perdita del lavoro spinge alla sopravvivenza a ogni costo e con ogni mezzo, poiché bisogna sfamare la famiglia, sopravvivere e, soprattutto, pagare le rate sui crediti erogati in precedenza.
Nello stesso tempo la crisi economica ha fatto crollare la domanda delle prestazioni sessuali a pagamento, provocando anche il crollo dei prezzi per il sesso meretricio. La diminuzione del numero di clienti costringe alla riduzione dei prezzi a prestazione e all'applicazione degli sconti. Ognuno pratica i propri prezzi, composti di spese per la pubblicità, preservativi, pizzo ai poliziotti, affitto di un appartamento: tutte queste spese fisse sono aumentate. Qualche tempo fa un'ora di sesso a pagamento costava in media 65 euro, mentre ora il tariffario è sceso a 45 euro.
Attualmente la prostituzione è legalizzata in una serie dei paesi e circa il 60% paesi del mondo considerano il sesso a pagamento un importante settore dell'economia nazionale. A livello globale il mercato del sesso è stimato in 400-500 miliardi di dollari. In Europa il centro del turismo sessuale è la Germania, dove la professione «prostituta» è ufficialmente riconosciuta sin dal 2002.
In Russia la legge punisce l'esercizio della prostituzione con un'ammenda pecuniaria di 20-25 евро, mentre lo sfruttamento della prostituzione è punibile con 10 anni di reclusione in carcere. Tuttavia è un fatto noto che tutta la prostituzione è «protetta» dalla polizia e da altri organismi per la tutela dell'ordine pubblico. Le gazzelle della polizia, ad esempio, piantonano e «proteggono» le strade, dove battono le donne, riscuotendo da ciascuna di esse 20 euro al giorno. Il capo di un distretto della polizia potrebbe in tal modo disporre mensilmente di una ragguardevole somma di 5-10 mila euro.
Mosca, Zoja Berezina
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