Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato l'ipotesi di esentare i lavoratori autonomi del paese dal pagamento delle tasse per due anni. Secondo il leader russo, al giorno d'oggi milioni di russi restano nell'ombra per non avere a che fare con la burocrazia e con il racket.
Alla riunione del Consiglio per lo sviluppo strategico, Putin ha sottolineato come il tema dell'esenzione totale dei lavoratori autonomi dalle tasse sia da tempo sotto esame da parte della dirigenza dello stato. È necessario attuare questo provvedimento in modo che questa categoria possa rientrare nel normale circuito del lavoro legale, ma che questo non risulti per essa troppo oneroso.
Inoltre, il capo dello stato ha preteso di escludere la possibilità che i lavoratori autonomi possano venire accusati di imprenditoria illegale. In precedenza tale questione era stata sollevata dal primo ministro Dmitrij Medvedev, secondo il quale in futuro i lavoratori autonomi russi avrebbero potuto scegliere da soli se fosse loro più consono lavorare con un «sistema semplificato» oppure con la licenza.
Attualmente in Russia si contano circa 16 milioni di lavoratori autonomi. Si tratta di coloro che non sono lavoratori dipendenti, non sono registrati come imprenditori individuali, non risultano disoccupati. Fermo restando che la maggior parte dei lavoratori autonomi svolge delle attività che portano reddito, ma lo fanno nell'ombra, «lo stato non li vede».
Il problema è anche che, oltre a non pagare le tasse, questi lavoratori non possono a loro volta contare sull'assistenza statale e partecipare ai programmi di sviluppo dell'imprenditoria.
Mosca, Zoja Oskolkova
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