Il presidente della Bielorussia Aleksandr Lukashenko per la prima volta dopo la revoca delle sanzioni sarà in visita in Europa. In particolare, il 20 e il 21 maggio, il leader bielorusso, che nel paese suo e nella CSI viene chiamato come «bat'ka» (piccolo padre), ha l'intenzione di incontrare il presidente dell'Italia Sergio Mattarella e Papa Francesco. I principali analisti politici bielorussi ritengono che non sia solo una visita, ma l'inizio di un grande tour di Lukashenko nell'Unione Europea.
L'ultima volta il presidente della Bielorussia è stato in Italia nel 2009, anche allora dopo la revoca delle sanzioni, e ha incontrato il Papa. Ora, però sul soglio di San Pietro siede però un altro vicario di Cristo, e tuttavia i piani di Lukashenko non sembrano essere cambiati. È molto difficile, però, valutare in un'ottica corretta l'obiettivo della visita, poiché gli scopi ufficialmente dichiarati dall'ufficio stampa della presidenza bielorussa al riguardo l'ordine del giorno dell'incontro sono molto sfumati. In particolare, s'ipotizza di prendere in considerazione l'intero pacchetto delle relazioni bilaterali Bielorussia-Italia, con particolare attenzione alla cooperazione economico-commerciale e degli investimenti, allo sviluppo dei legami di cooperazione e alla formazione di una base normativa completa della cooperazione bielorusso-italiana.
In effetti, per una visita di due giorni l'agenda è grandiosa. Esperti bielorussi ritengono inoltre che Lukashenko abbia dei piani che mirano molto lontano, e Roma e il Vaticano sono solo precursori di un grande tour del leader bielorusso all'interno dell'UE. «Questa prima visita dopo la revoca delle sanzioni deve dimostrare che ora il governo bielorusso e il presidente possono visitare l'Unione Europea, – ha premesso l'analista-capo dell'Istituto di Studi Strategici della Bielorussia, Denis Melyantsov. – Sarà un segnale per gli altri paesi che invitare i vertici bielorussi ora è consentito ed è possibile. Credo che in futuro le visite della delegazione bielorussa possano avvenire negli Stati Baltici e nella Polonia, ossia nei paesi più interessati alla cooperazione con la Bielorussia».
Inoltre, il presidente bielorusso potrebbe avere un motivo in più per questa visita. Il politologo e il vice presidente del movimento «Per la libertà», Ales' Logvinets, presuppone che Aleksandr Lukashenko possa sfruttare l'incontro con il presidente italiano per assicurarsi un altro asso nella manica nella partita con la Russia. «Il leader bielorusso farà vedere al suo più stretto alleato: eccovi l'Occidente che ci considera un partner importante. Tanto più che dopo Roma potrebbero seguire le tappe a Vienna, Riga e in altre capitali europee», – osserva il politologo. Nello stesso tempo, Logvinets ritiene che la delegazione bielorussa possa tentare di sfruttare l'accoglienza in Italia per espandere i propri contatti economici. Pur essendo lo scambio commerciale tra i due paesi relativamente piccolo per ora, le imprese italiane sono piuttosto interessate al mercato bielorusso.
Inoltre, l'Europa stessa è pronta a riammettere Lukashenko sul suo terreno. Secondo il politologo Aleksandr Klaskovsky, «una serie di fattori ha costretto i filooccidentali a considerare la situazione in Bielorussia sotto un altro punto di vista. In tal senso hanno avuto una grande importanza i fattori geopolitici, in particolare il conflitto in Ucraina. In questo contesto, il distacco formale di Minsk da Mosca, il suo ruolo negli sforzi di pace per risolvere la crisi ucraina (si tratta degli accordi di Minsk che sono stati raggiunti nelle riunioni, svoltesi nella capitale della Bielorussia), hanno contribuito affinché le autorità bielorusse migliorassero le relazioni con l'Europa».
Secondo Klaskovsky, le autorità bielorusse vorrebbero un premio di consolazione, una ricompensa a modo di una soddisfazione psicologica. L'opinionista politico ipotizza che dietro le quinte del potere europeo ci sarebbe stato un giro di consultazioni, valutando tutti i pro e i contro, e in seguito è stato deciso che l'Italia o, meglio, la Santa Sede, sarebbe stata una soluzione soft di ammissione di Lukashenko in Europa. Il politologo aggiunge, inoltre, che il presidente dell'Italia non ha poteri «di uno zar», a differenza del suo collega bielorusso, poiché «è una figura piuttosto cerimoniale e, di conseguenza, l'incontro non avrà un grande peso politico».
Per quanto riguarda la visita di Lukashenko in Vaticano, dobbiamo chiederci: perché «piccolo padre» ha così disperato bisogno di un incontro con il Papa? Dopotutto, la Bielorussia è considerata il «territorio canonico della Chiesa ortodossa russa» (circa il 60% della popolazione del paese sono ortodossi e solo il 14% sono cattolici). Inoltre, il leader bielorusso si considera un «ateo ortodosso» e a volte interviene con delle dichiarazioni provocatorie in materia di religione.
Gli esperti ritengono che per Lukashenko il Vaticano sia uno dei mediatori diplomatici in materia di normalizzazione delle relazioni con l'Occidente, in quanto la Santa Sede e il Papa hanno un peso notevole nel mondo occidentale, soprattutto nei paesi cattolici. «I rapporti con la Chiesa cattolica sembrano molto importanti per il leader bielorusso, – dice l'analista polacco del Centro di Studi Orientali, Camille Klysinsky. – A quanto pare, considera ancora il Vaticano un alleato nel dialogo con l'Europa. Non bisogna dimenticare anche le ambizioni di Lukashenko, che vorrebbe organizzare un incontro tra i capi della chiesa cattolica e della chiesa ortodossa russa in Bielorussia».
Infatti, Lukashenko ha più volte invitato i capi della Chiesa cattolica romana a visitare la Bielorussia, un gesto considerato una sfida diretta nei confronti della Chiesa ortodossa russa. Benedetto XVI, e poi Papa Francesco, hanno gentilmente ringraziato per l'invito, pur declinandolo per evitare di entrare in conflitto aperto con il Patriarca Kirill. Lukashenko ha anche proposto di organizzare un incontro tra i capi della Chiesa ortodossa russa e della Chiesa cattolica romana in Bielorussia, ma ciò è avvenuto all'interno dell'aeroporto de L'Avana.
La visita in Italia è, sicuramente, molto importante per il leader bielorusso, considerata l'inizio della costruzione di relazioni amichevoli con i paesi europei. Nella situazione attuale, tenendo conto delle prossime elezioni parlamentari in Bielorussia, non si sa quanto possa durare il periodo favorevole, e per quanto tempo si possa ancora vedere Lukashenko nei corridoi del potere europeo.
Roma – Minsk, Ekaterina Rudnik
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