Record di domande d'accoglienza dai cittadini ucraini. I servizi europei che si occupano degli immigrati richiedenti asilo, hanno registrato nell'ultimo periodo, circa 660 mila domande da parte dell'Ucraina, i cui cittadini non si preoccupano tanto per il futuro del loro Paese di residenza, quanto per il loro avvenire.
Secondo l'Agenzia europea per il diritto d'asilo (EASO), l'Ucraina è tra i primi sei Paesi da cui provengono richieste d'accoglienza nell'UE. L'elenco comprende anche Siria, Eritrea, Iraq, Somalia e Niger.
Per il direttore esecutivo dell'EASO, Robert Visser, un aumento improvviso dei 'fuggiaschi' dall'Ucraina si è verificato anche l'anno scorso, in concomitanza del conflitto armato nel Donbass, quando 1.060 ucraini cercavano asilo nell'UE. E nel 2014 questa cifra è cresciuta fino a 14.040.
Il maggior numero di persone desideroso di lasciare l'Ucraina è localizzato nelle regioni occidentali. Un fatto interessante perché proprio gli abitanti di queste zone, i cosiddetti «zapadentsy», rappresentavano il «motore» del Maidan, in seguito al quale è stata rovesciata la legittima autorità e si è arrivati al conflitto nel Sud-Est del Paese.
È significativo che gli ucraini non abbiano una preferenza specifica sulla destinazione alternativa, ma facciano richieste di asilo diffuse in tutta l'UE.
I dati dicono che la maggior concentrazione di richieste è in Germania (2705), anche se gli ucraini fanno le domande anche in Polonia, Spagna, Lettonia, Islanda, Repubblica Ceca, Estonia e Cipro.
Dal canto loro, le autorità europee non hanno fretta di rispondere alle domande d'asilo. Solo un cittadino ucraino su cinque (22%) ha ricevuto, infatti, una qualche forma di protezione da parte dell'Unione Europea, mentre il pieno status di rifugiato è stato riservato a sole 150 persone.
Se si guardano i dati della Siria, la percentuale di accoglienza è del 95%.
Probabilmente dietro un numero così alto di rinunce c'è il fatto che si tratta di manodopera scarsamente o – addirittura – affatto qualificata, proveniente dalla campagna, oppure di uomini in fuga dalla mobilitazione in vista della seconda ondata della guerra fratricida nel Donbass. Si pensa che queste persone non siano motivate a lavorare e quando nel loro Paese tornerà la pace, non esiteranno a rimpatriare.
Occorre sottolineare che il numero di richieste d'asilo accolte è destinato a crescere in relazione alla durata del conflitto in Ucraina che, come già documentato, induce le persone a lasciare la propria patria e vendere i passaporti, codici fiscali e persino i certificati di nascita a scopo di lucro tramite annunci pubblicati su Internet.
Kiev, Zoja Oskolkova
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