Degli attivisti russi hanno organizzato una raccolta di firme per una petizione in favore del divieto di abortire nella Federazione Russa. L'opinione pubblica, i politici e gli esperti si sono divisi in due schieramenti, gli uni sostengono le richieste degli attivisti, gli altri dicono che le conseguenze di una proibizione così radicale possono essere imprevedibili.
In particolare, il difensore civico per i diritti dell'infanzia presso il presidente della Federazione Russa Anna Kuznecova ha sostyenuto l'appello in favore del divieto degli aborti. Lei ha dichiarato che in Russia si è accumulata «una vasta esperienza» di lavoro congiunto dello stato e della società in materia di prevenzione degli aborti e che anche tutto «il mondo civilizzato» si schiera contro gli aborti.
Secondo la sua opinione, i provvedimenti intrapresi a livello legislativo per il sostegno statale alla prevenzione degli aborti avrebbero già dimostrato la loro efficacia. In Russia sono stati aperti circa 900 appositi consultori. «Solamente l'anno scorso più di 266,5 mila donne si sono rivolte ai consultori per un colloquio e per chiedere aiuto e 67 mila di loro si è riuscite a convincerle a non abortire» ‒ ha aggiunto la Kuznecova.
Nei giorni scorsi anche gli esponenti religiosi della Federazione Russa, il patriarca Kirill e il gran muftì, si sono espressi in favore del divieto degli aborti. Loro avevano in mente in particolare l'esclusione degli aborti dal Sistema sanitario nazionale pubblico. Al momento la petizione in tal senso ha già raccolto più di 300 mila firme.
In precedenza, il Consiglio della Federazione (Camera alta del Parlamento russo) aveva definito l'idea di proibire gli aborti come estremista. «Tali proposte estremiste, portatrici di misure proibitive, possono portare a conseguenze negative. Io sono contraria a tali azioni brusche in quest'ambito. Se una donna, nonostante tutti gli sforzi, prende tale decisione, noi dobbiamo crearle delle condizioni, sia mediche che finanziarie, affinché possa accedere a questo intervento» ‒ ha detto la presidente del Consiglio della Federazione Valentina Matvienko.
Contro la proibizione degli aborti si è espresso il leader dei liberal-democratici russi Vladimir Žirinovskij. «Se una donna vuole abortire, non saremo noi a farle cambiare idea. Se noi proibiremo gli aborti, allora diventeranno clandestini, a guadagnarci sarà la mafia dei medici illegali. È meglio piuttosto che cerchiamo di convincerla a partorire e ci prenderemo noi il bambino. Ma se lei prende una decisione, noi non possiamo influire su di essa» ‒ ha fatto notare il tumultuoso politico.
Il capo del Partito liberal-democratico è appoggiato anche dai suoi seguaci. Il deputato Jaroslav Nilov ha evidenziato che l'introduzione del divieto di abortire nella Russia contemporanea porterebbe all'aumento del numero degli aborti criminali, compresi quelli nelle case private e in svariate «sale operatorie» clandestine. Inoltre le donne andrebbero ad abortire nei paesi confinanti e prenderebbero medicine abortive acquistate illegalmente.
Anche sui social l'idea del divieto degli aborti è considerata, per usare un eufemismo, inadeguata per le condizioni della Russia contemporanea. Molti utenti scrivono che finirà che le donne che non vogliono un bambino o non sono in grado di mantenerlo butteranno i neonati «nella spazzatura o nei cessi».
Gli utenti scrivono inoltre che i provvedimenti reali di sostegno statale alle madri in Russia oggi sono ben lontani dai benefici di cui godono i funzionari. Secondo i dati ufficiali, dal 1° febbraio del 2016 l'ammontare minimo del sussidio per il primo figlio è di 40 euro, per il secondo e per i successivi di 80 euro. Per fare un raffronto: per un pacco di pannolini per neonati (quelli più economici) i genitori devono sborsare circa 20 euro.
Mosca, Zoja Berezina
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