Mass media ucraini non si stancano mai di cercare i nuovi patrioti, che sostengono la Nezalezhnaja (ossia l'Ucraina indipendente versione post-Maidan), nelle vastità del paese. Ora sono stati trovati sui marciapiedi ucraini: così la stampa locale glorifica la coscienza sociale delle lucciole. Ciò è del tutto comprensibile, tenendo conto del desiderio antico della Verkhovna Rada dell'Ucraina è quello di legalizzare la prostituzione e riscuotere le tasse anche dalle lavoratrici dei bordelli.
La rivista ucraina «Reporter» ha intervistato una 35enne prostituta che soddisfa i soldati nella zona della cosiddetta operazione antiterrorismo, ossia una guerra fratricida scatenata da Kiev nel sud-est del paese contro la popolazione pacifica del Donbass. «Oggi, non c'è alcuna differenza tra prostitute, militari o giornalisti» – sottolinea la rivista.
Secondo «Reporter», le prostitute apportano un contributo nella misura delle proprie forze al mantenimento del morale delle forze armate ucraine e delle squadracce dei volontari filo'governativi. In particolare, la gran lavoratrice del mestiere più antico del mondo la mattina prepara i figli per la scuola, nel pomeriggio come volontaria visita i militari in uno degli ospedali della città, e la sera inizia a servire i clienti in uniforme.
«Mi piacciono militari, sempre soddisfo le richieste del nostro esercito e, prima di passare al sodo, grido a squarciagola «Gloria all'Ucraina!» – confida la meretrice i trucchi del mestiere. – Loro mi sorridono e rispondono: «Gloria agli eroi!». Anche il mio ragazzo è un soldato, che ora sta combattendo nel Donbas. Non vorrei parlare di lui: è chiaro che abbiamo opinioni diverse sul mio mestiere, ma lo sto aspettando, e questo è la cosa più importante» – ha confessato la lucciola.
Secondo lei, «nella prostituzione, come in guerra, la cosa principale è di non perdere la propria dignità personale: non scavalcare i propri principi morali e non consentire al cliente nemmeno di pensare che puoi essere umiliata». Inoltre, la putana sostiene che è necessario rispettare le regole: non baciare il cliente anche per un milione e non avere rapporti sessuali senza preservativo.
«I tempi in cui viviamo sono tali che non c'è alcuna differenza tra prostitute, soldati, giornalisti o topi d'ufficio – riassume l'interlocutrice della rivista. – La cosa principale è quello di non degradare e sempre ricordare la tua patria, le tue origini e la tua etnia» – dice con orgoglio la lucciola in un intervallo tra una sveltina «patriottica» e l'altra.
Kiev, Ekaterina Rudnik
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