Pubblicazioni del 10/31/16 (Archivio)

Il mistero dei Romanov: scomparse parti dello scheletro dell'ultimo zar Nicola II (FOTO) / All'appello mancano delle vertebre cervicali che farebbero pensare a una possibile decapitazione
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Il mistero dei Romanov: scomparse parti dello scheletro dell'ultimo zar Nicola II (FOTO) All'appello mancano delle vertebre cervicali che farebbero pensare a una possibile decapitazione

Un membro della commissione speciale che si occupa dello studio dei resti della famiglia dell'ultimo zar di Russia Nicola II, il vescovo Tichon (al secolo Ševkunov), ha reso una dichiarazione che ha dell'incredibile. Secondo l'opinione dello specialista, dallo scheletro, che viene attribuito ai resti dell'ultimo imperatore russo, mancherebbero tre vertebre cervicali. Questo fatto confermerebbe la versione secondo cui le spoglie dello zar sarebbero state trafugate.

New Day: Il mistero dei Romanov: scomparse parti dello scheletro dellultimo zar Nicola II

È già trascorso un anno dal momento in cui la Chiesa Ortodossa Russa ha chiesto di rinviare l'inumazione dello zarevič Alessio e della granduchessa Maria, sepoltura posticipata a tempo indeterminato, inoltre, il clero ha insistito sulla riapertura del caso riguardante l'uccisione della famiglia dello zar.

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Il vescovo Tichon, figura non estranea all' «affaire imperiale», non è solo vicario del patriarca, ma anche segretario esecutivo del Consiglio Patriarcale della Cultura, priore del monastero maschile di Sretenskij, rettore del seminario teologico di Sretenskij. Recentemente Ševkunov è stato nominato membro della commissione speciale patriarcale riunitasi per studiare i risultati dell'indagine sulle spoglie mortali della famiglia Romanov rinvenute nei pressi di Ekaterinburg.

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L'ultima dichiarazione ufficiale riguardante il caso della famiglia imperiale venne rilasciata dall'Ufficio Investigativo presso la Procura Generale della Federazione Russa il 27 novembre dello scorso anno. In quell'occasione fu comunicata la decisione di riesumare i resti dell'imperatore Alessandro III, padre dell'ultimo zar di Russia. Da quel momento, nessuna informazione riguardante i risultati delle perizie condotte sulle spoglie imperiali è apparsa sui maggiori organi d'informazione russi.

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Tutte le indagini genetiche e antropologiche, condotte nell'ambito dell'indagine, si sono concluse già da parecchio tempo, i risultati delle perizie sono stati raccolti. Tuttavia, gli investigatori non hanno fretta di renderne pubblici i risultati, secondo quanto scrive il quotidiano «Moskovskij Komsomolec». In questo contesto, le parole di Tichon sulla scomparsa delle tre vertebre cervicali dallo scheletro di Nicola II hanno suscitato un clamore senza precedenti.

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Vale la pena ricordare che per la Chiesa Ortodossa Russa la leggenda secondo cui tutti, o quantomeno alcuni, membri della famiglia reale vennero decapitati, e le loro teste conservate sotto spirito e inviate a Mosca, è diventata una vera e propria ossessione. Secondo quanto afferma Tichon, vi sarebbero delle prove non documentate del fatto che delle scatole con i resti delle spoglie reali vennero viste nell'ufficio di Lenin.

Ciononostante, in una tomba nei pressi di Ekaterinburg è stato rinvenuto uno scheletro completo, con tanto di cranio, i sostenitori della teoria della sostituzione volontaria delle spoglie reali vedono in questo ritrovamento un'ulteriore conferma alla loro versione dei fatti. Ma, come già detto, nessuna informazione ufficiale sui risultati delle perizie condotte è stata resa nota, né in forma completa né parziale. Ma in questo contesto di riservatezza e assenza assoluta di notizie, le dichiarazioni di Tichon giungono come un fulmine a ciel sereno: nello scheletro N°4, che viene attribuito allo zar Nicola II, mancano la terza, la quarta e la quinta vertebra, non a caso si tratta proprio delle vertebre cervicali che subiscono dei danni irreparabili durante la decapitazione.

Tuttavia, gli esperti suggeriscono di non saltare a conclusioni affrettate. Ad esempio, le prime indagini condotte sui resti imperiali confermano che in nessuno degli scheletri sottoposti ad esame sono stati rilevati danni che possano far pensare alla separazione della testa dal tronco. Ciascuno dei crani della famiglia reale sottoposto ad indagine è stato indicato dai periti come facente parte di un insieme definito di ossa appartenenti tutte al medesimo scheletro.

Forse la dichiarazione di Tichon altro non è che l'ennesimo tentativo di rimandare una decisione tanto sofferta, quanto inevitabile per la Chiesa Ortodossa Russa, ovvero il riconoscimento dell'autenticità dei resti, che la stragrande maggioranza degli esponenti della gerarchie ecclesiastiche e dei fedeli definisce ancora con l'epiteto di «reliquie fasulle». Ma se tuttavia si volesse dar credito a quanto affermato dal vescovo, allora si potrebbe giungere alla conclusione che le ossa siano andate perdute, o siano state rubate, solo in una fase molto avanzata delle indagini.

Mosca, Zoja Oskolkova

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