Il tribunale ecclesiastico diocesano di Krasnojarsk ha proibito a due sacerdoti locali di celebrare funzioni e vestire vesti sacerdotali per 10 anni. La causa di una pena tanto severa sono stati la violazione delle norme della vita privata e l'atteggiamento sacrilego nei confronti dei sacramenti e dei digiuni.
Il processo per la violazione dei canoni ortodossi e del codice ecclesiastico si è tenuto nei confronti del prete ortodosso Pëtr Boev, noto a Krasnojarsk in qualità di responsabile della diocesi per i rapporti con la società, e del diacono Ioann Loginov. Un'inchiesta è stata avviata dopo che alcuni abitanti locali si erano rivolti alla diocesi denunciando alcuni aspetti inammissibili nell'attività della fraternità ortodossa «Opera sacra», fondata nel 2011 dai suddetti sacerdoti.
Da quanto riferiscono dalla diocesi di Krasnojarsk, nel corso dell'inchiesta il tribunale ecclesiastico ha effettuato sei udienze, ascoltato entrambe le parti, ricevuto ed esaminato decine di documenti, interrogato i testimoni. In conclusione la colpa dei due sacerdoti è stata dimostrata.
Ricordiamo che non è il primo caso in Siberia in cui la Chiesa ortodossa russa interdice dal servizio dei sacerdoti rei di comportamenti sconvenienti. Nella primavera dell'anno in corso, per esempio, la diocesi di Novosibirsk aveva emesso un decreto con cui proibiva di celebrare le funzioni ecclesiastiche, di portare gli abiti monacali e la croce sacerdotale all'igumeno Feodosij (al secolo Aleksandr Černejkin). Tra le motivazioni del divieto erano state indicate le violazioni alla regola del monastero e alle mansioni di servizio e «la conduzione di attività commerciale e politica». Motivo di scandalo fu anche il fatto che Feodosij aveva partecipato personalmente a una rissa in un parcheggio. In rete era finito un video in cui il sacerdote colpisce un avversario con il crocefisso.
Krasnojarsk, Zoja Oskolkova
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