Una storia dietro l'altra riguardanti aggressioni di zingari nei confronti di bambini sono avvenute di recente in Ucraina. Una di queste è finita tragicamente, con la morte di una bambina piccola. Gli scontri tra la popolazione e i rom avvengono più spesso nelle località rurali. Come conseguenza, gli abitanti locali, cercando di difendere i propri bambini, organizzano dei pogrom e si fanno giustizia da sé.
Nella zona di Poltava, nel villaggio di Makuchovka un gruppo di zingari ha aggredito dei bambini. I malintenzionati li hanno cacciati nel bosco, come hanno poi raccontato i bambini stessi, inseguendoli con asce e spranghe di ferro. Quando i ragazzini sono tornati a casa erano talmente spaventati da non riuscire quasi a spiegare quello che era accaduto.
Zingari furibondi hanno aggredito i bambini
I genitori sono andati dagli zingari per chiarire la situazione, ma sono stati essi stessi vittime di aggressione. Un uomo si è ritrovato con la testa rotta ed è stato portato in ospedale. Alcuni testimoni sostengono che gli zingari fossero in stato di ubriachezza. Le vittime dell'aggressione si sono rivolte alla polizia, che sta portando avanti le indagini sul caso, tuttavia nessuno per il momento è stato arrestato.
Gli abitanti del posto raccontano che gli zingari vivono in quel villaggio da più di dieci anni, ma che in precedenza non c'erano mai stati problemi. Alcune settimane fa a casa di una delle famiglie rom sono arrivati degli ospiti, e da quel momento vivere nel villaggio è diventato pericoloso.
Una storia terribile con protagonisti gli zingari è invece avvenuta nella regione di Odessa. Ai margini del villaggio di Loščinovka, in una casa abbandonata è stato ritrovato il corpo di una bambina con numerose ferite da coltello. Gli inquirenti hanno accertato che la bambina è stata violentata. La polizia ha già fermato il presunto omicida, un rom di 20 anni, abitante del posto.
Luogo dellassassinio della bambina di 9 anni da uno zingaro
La madre della bambina di 8 anni, Ekaterina, ha dichiarato che conosceva l'assassino, l'uomo era un amico di famiglia e veniva spesso a trovarli. «Prima veniva sempre da noi, ci aiutava... succedeva anche che gli lasciassimo i bambini, sapevano che ci avrebbe sempre aiutato a mettere in ordine, a guardare i bambini. Non so proprio cosa gli sia preso» ‒ ha raccontato Ekaterina.
Le cose della bambina uccisa
Subito dopo l'arresto del sospettato del delitto di sangue, nel villaggio sono scoppiati disordini di massa. Circa 300 abitanti del villaggio hanno cominciato a distruggere le case dei vicini dell'arrestato. I vicini hanno lasciato per tempo il centro abitato.
La gente sdegnata ha rotto i vetri delle finestre, abbattuto gli steccati, sfasciato i mobili e tentato di dare fuoco ad alcune case. Solamente dopo l'intervento delle autorità locali e della polizia si è riusciti a metter fine ai disordini. I reparti speciali della polizia hanno dovuto difendere tre donne di nazionalità zingara dall'ira della folla che voleva farsi giustizia da sé.
Successivamente gli abitanti del villaggio hanno fatto una riunione, nella quale hanno preteso di far sloggiare da Loščinovka tutti i rappresentanti della comunità rom. Da quanto hanno detto, i nomadi sarebbero comparsi nel villaggio circa tre anni fa. E da allora i rappresentanti di questo gruppo etnico si sarebbero segnalati per furti, traffico di droga, minacce alla popolazione locale e altro.
Poltava, Odessa, Zoja Oskolkova
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