L'Ucraina è in corso la sesta ondata di mobilitazione militare generale, ma i cittadini non vogliono andare in guerra e partecipare alle ostilità, che si svolgono nella zona sud-est del paese. Intanto per completare le forze armate i commissariati di leva mandano cartoline precetto a nonne e chiamano sotto le armi anche le minoranze etniche, tra cui gli zingari.
Nella regione più occidentale dell'Ucraina, la Transcarpazia, sono stati registrati i numeri più bassi delle reclute arruolate nell'ambito di attuazione del piano della mobilitazione generale. Nel corso della precedente quinta chiamata sotto le armi i commissariati di leva locali a malapena sono riusciti a reclutare solo la metà del numero stabilito dei coscritti.
Questi risultati le autorità locali hanno spiegato con il fatto che in quella zona risiede un gran numero di minoranze nazionali che non vogliono andare sotto le bandiere. Per realizzare il piano di mobilitazione il commissario di leva della città di Užhorod ha organizzato l'incontro con i baroni degli zingari locali. Secondo lui, gli zingari possono diventare eccellenti spie, in quanto hanno innata «inventiva ed astuzia».
Va segnalato che la conclusiva sesta ondata di mobilitazione è partita in Ucraina il 19 giugno scorso. Presumibilmente, stavolta il rastrellamento interesserà 50 mila persone. Tuttavia, il ministro della Difesa dell'Ucraina Stepan Poltorak non ha escluso una nuova, ennesima, ondata di mobilitazione nell'anno in corso e ha detto che tutto dipenderebbe dalla situazione.
Fonte: «PolitNavigator»
Kiev, Ekaterina Rudnik
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