L'ultimo monumento alla «guida del proletariato mondiale» è stato abbattuto nella città di Novgorod-Severskij, nella regione di Černigov.

Le autorità locali non si sono fatte in quattro nell'applicare la legge sulla decomunizzazione: dall'inizio della campagna di demolizione dei monumenti sovietici in Ucraina, il Lenin di ferro ha resistito a Novgorod-Severskij più di due anni e mezzo. Alla fine però i militanti patriottici ucraini hanno costretto i funzionari a smantellare il monumento.

Per adesso il monumento è stato messo in un magazzino con l'idea di metterlo in vendita. Nel caso in cui nessuno vorrà comprarlo, la guida del proletariato verrà rottamata e fusa un'altra volta, visto che contiene 4,5 tonnellate di metallo.

Ricordiamo che la campagna di demolizione dei monumenti sovietici in Ucraina è iniziata nell'aprile del 2015, dopo che la Rada suprema dell'Ucraina aveva approvato in prima lettura e nella sua totalità il progetto di legge «Sulla condanna dei regimi totalitari comunista e nazional-socialista (nazista) in Ucraina e sul divieto di divulgazione dei loro simboli».

La legge prevede in particolare la ridenominazione delle vie che hanno nomi sovietici e lo smantellamento dei simboli dell'URSS da tutti gli edifici.

Subito dopo l'approvazione della legge i deputati della Rada suprema si sono lanciati in un'attività frenetica rinominando alcune città e più di cento villaggi ucraini e apprestandosi a cambiare anche la toponomastica di alcuni centri abitati in Crimea. In seguito si sono spinti oltre, proponendo addirittura di rinominare la Russia in Moscovia.

Kiev, Anastasija Zuk

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