Di recente in Internet è comparso un video nel quale alcuni uomini incitano dei bambini a combattere fino al primo sangue. Alcuni cittadini del Kirghizistan indignati si sono rivolti alla polizia con la richiesta di chiedere spiegazioni agli adulti che hanno organizzato la zuffa.
Inizialmente chi aveva visto il visto aveva ancora la speranza che le immagini non fossero state filmate nel Kirghizistan ma in qualche altro paese, in quanto non è proprio nelle tradizioni del popolo kirghizo aizzare l'uno contro l'altro dei bambini e farli battere per il divertimento del pubblico. Tuttavia le forze dell'ordine hanno accertato che, per quanto non lo si volesse credere, tali pratiche si sono diffuse nella regione di Oš e, da quanto è risultato dalle indagini, gli istigatori delle scazzottate sono gli stessi padri dei bambini.
La polizia ha arrestato gli uomini che si vedono nel video. Le forze dell'ordine hanno stabilito che a metà agosto del 2016 degli abitanti del villaggio di Koš-Korgon si sono accordati con un loro conoscente per organizzare un combattimento tra i loro figli, dei bambini di sei e sette anni. In relazione al fatto la procura ha avviato un procedimento penale per «Coinvolgimento di minorenni in attività criminale», «Inadempimento degli obblighi nell'educazione di un minorenne» e anche per «Teppismo».
In seguito la madre di uno dei bambini coinvolti nella scazzottata ha affermato che il combattimento non sarebbe stato organizzato dai padri. La donna ha raccontato che suo figlio è caduto dallo scivolo e gli altri bambini che si trovavano lì hanno cominciato a prenderlo in giro. Il piccolo è andato su tutte le furie e ha colpito uno dei bambini che stavano ridendo di lui, e da lì si è poi scatenata una rissa. La madre ha anche raccontato che i padri dei bambini in quel momento si trovavano nelle vicinanze e all'inizio volevano dividere i litiganti, ma poi hanno deciso che volevano vedere chi avrebbe vinto. La donna stessa non ci vede niente di vergognoso in quello che è successo, perché secondo lei i bambini fin dai primi anni di vita devono imparare a risolvere i problemi «in modo maschio».
Kirghizistan, Biškek, Aleksandr Šabalin
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