Il confessore personale del patriarca Kirill, l'archimandrita Ilij, ha definito la Grande guerra patriottica un castigo per la devastazione dei templi e Iosif Stalin un bandito e un assassino, senza il quale le vittime della guerra sarebbero potute essere molte di meno.
Secondo il sacerdote, il ruolo del generalissimo nella vittoria sul nazismo è sopravvalutato, in quanto lui avrebbe solamente dato ordini sconsiderati che hanno causato un'enorme quantità di vittime.
L'archimandrita Ilij (al secolo Aleksej Nozdrin) ritiene che le offensive nelle battaglie contro il nemico le si sarebbe potute condurre diversamente, in modo da evitare la morte di migliaia di soldati. «Sono rimaste memorie di soldati tedeschi, i quali quasi impazzivano mentre mitragliavano a bruciapelo le nostre truppe» ‒ ha ricordato Nozdrin. «I soldati venivano mandati all'attacco, e dietro di loro stavano i reparti di sbarramento (che si posizionavano dietro agli altri per mantenere la disciplina e catturare i disertori). Il sangue scorreva a fiumi... ma Stalin non aveva l'abitudine di risparmiare le persone».
Il religioso ha concluso dicendo che il merito del leader sovietico è consistito solamente nell'enorme quantità di vittime. Il popolo era in ogni caso motivato a difendere la propria Patria, il proprio Paese. Il confessore del patriarca ritiene che a vincere la guerra i russi siano stati aiutati da Dio e non da Stalin: «Il Signore ci ha dato la Vittoria. Non certo Stalin, quel bandito!».
Inoltre, l'archimandrita Ilij ha supposto che la Grande guerra patriottica sia stata causata nientemeno che dalla devastazione dei templi, «dai mostruosi crimini contro la fede». «Nella mia terra natia, la zona di Orël, sono stati fucilati migliaia di sacerdoti e di credenti. E chi era lui, Stalin? Un bandito. Bandito era e bandito è sempre rimasto» ‒ ha concluso Nozdrin.
Vale la pena notare che, anche se altri rappresentanti della Chiesa russa ortodossa di regola condannano Stalin in quanto persecutore dell'ortodossia, in Russia non c'è tuttavia unanimità nei giudizi. Nella società laica sempre più spesso si sentono appelli per giustificare le repressioni staliniane e per riconoscere i suoi meriti nella lotta con il nazismo. Lo scrittore Aleksandr Prochanov l'anno scorso aveva dichiarato di ritenere Iosif Stalin un benefattore della chiesa e di intercedere per annoverarlo tra i suoi santi. Il pubblicista aveva presentato un'icona con l'immagine del generalissimo circondato dai marescialli della Grande guerra patriottica.
Mosca, Zoja Oskolkova
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